Cosentino chiede lumi su Consorzio di Bonifica e diga Melito
3 min di lettura“Accolgo con grande dispiacere e forte preoccupazione il grido dall’arme del presidente del Consorzio di Bonifica Ionio Catanzarese, Grazioso Manno, contenuto nella lettera inviata al presidente della Regione Mario Oliverio, al consigliere delegato agricoltura Mauro D’Acri e al dirigente generale del dipartimento agricoltura Carmelo Salvino, oltre che per conoscenza a tutti i consiglieri regionali.
Nella missiva viene infatti denunciato il pignoramento delle somme relative ai pagamenti degli stipendi degli operai ex Arssa.
Lavoratori che oltre a erogare servizi alle aziende agricole attraverso anche la manutenzione, vengono impiegati anche nella manutenzione dei canali di scolo essenziali per il contenimento del dissesto idrogeologico dei nostri territori.
Se la risposta al loro sacrosanto diritto dello stipendio è quella del blocco delle somme, allora siamo difronte a un vero atto di “sciacallaggio politico” oltre che di violazione delle norme sul lavoro.
Voglio essere, dunque, al fianco dei lavoratori e del Presidente Grazioso Manno che non si nasconde dietro un più comodo “paravento politico” e affronta di petto una situazione che rischia di esplodere in una terra afflitta dalla pesante disoccupazione, ma anche gravemente esposta ai fenomeni di dissesto idrogeologico e di manutenzione di una delle principali fonti economiche rappresentata dall’agricoltura.
A tal proposito nella lettera, Manno, affronta anche l’annosa questione della diga sul fiume Melito nel territorio di Gimigliano.
Non è accettabile che su questo cantiere, la cui idea progettuale è partita negli anni Sessanta, sia calato il silenzio Un’opera considerata strategica per lo sviluppo di una vasta area centrale della Calabria che interessa oltre Gimigliano i territori dei comuni di Sorbo San Basile e Pentone.
Area oggi rimasta pesantemente sventrata dall’avvio del cantiere e esposta al rischio di dissesto idrogeologico. Si sono persi terreni preminentemente agricoli che consentivano una fonte dignitosa di occupazione per le popolazioni residenti.
Inoltre, il progetto originario della diga, con il suo bacino di 100 milioni di metri cubi d’acqua, prevedeva di approvvigionare tutta una vasta area che interessava Catanzaro, Lamezia e che comprendeva anche la provincia di Vibo Valentia attraverso un utilizzo plurimo dell’invaso che andava dalla erogazione potabile per numerosi comuni, a quello irriguo e idroelettrico.
Un progetto, dunque, ambizioso che avrebbe rappresentato per questa parte di territorio della Calabria un concreto sviluppo per le popolazioni che lo abitano e che invece si è trasformata in una delle tante “promesse mancata” che ha soltanto divorato porzioni di territorio e ingenti risorse economiche.
Anche questa questione dovrebbe la dice lunga sulla gravità dell’inerzia della Regione sul delicatissimo tema della gestione dei Consorzi di Bonifica e dello sviluppo generale della Calabria. Oliverio se ci sei batti un colpo”,