A Tarsia il cimitero internazionale dei migranti
4 min di letturaIn Calabria, si realizzerà il più grande cimitero a cielo aperto dei migranti. E’ stato presentato il progetto al Sindaco di Tarsia e, presto, partiranno i lavori nell’area scelta che, a luglio, era stata oggetto di sopralluogo da parte del Presidente Mario Olivero: “Questo luogo è il simbolo di una Calabria che accoglie”.
di Valeria Folino
A Tarsia, su un’area di 30mila metri quadri nella collinetta di fronte al Lago, sorgerà un cimitero dei migranti che muoiono nel Mediterraneo, nel tentativo di raggiungere l’Italia: sarà il più grande monumento a cielo aperto dedicato alla tragedia dell’immigrazione.
Un’idea nata da tempo ma che finalmente si è concretizzata, in quanto in questi giorni i tecnici del comune di Tarsia hanno completato il progetto e lo hanno presentato al sindaco Roberto Ameruso e, presto, inizieranno i lavori per la realizzazione di questo cimitero internazionale.
Il progetto è stato promosso dal Presidente del movimento “Diritti Civili” Franco Corbelli e finanziato dalla Regione Calabria su progetto dell’architetto Fernando Miglietta e dall’ingegnere Donato D’Anzi.
«Finalmente possiamo partire con i lavori – ha spiegato Ameruso – per il cimitero internazionale dei migranti. Sarà eliminata per sempre la disumanità di quei poveri corpi, senza volto e senza nome, sepolti con un semplice numerino in tanti piccoli sperduti cimiteri calabresi e siciliani che di fatto ne cancellano ogni identità, ogni ricordo e ogni possibile riferimento per i loro familiari.
Tarsia – ha aggiunto il Sindaco – vuole continuare la sua tradizione di accoglienza. Con questa opera universale vogliamo mandare al mondo minacciato da uno spietato a crudele terrorismo e dalla criminalizzazione degli immigrati un messaggio di pace e di speranza».
Il cimitero prenderà il nome di Aylan Kurdi, il bambino siriano che è morto, su una spiaggia, mentre scappava con la famiglia dalla guerra della sua terra. La fotografia, scattata dalla fotoreporter Nilufer Demir, ha fatto il giro del mondo ed è diventato il simbolo della drammatica situazione dell’immigrazione.
“Aylan Kurdi giaceva senza vita a faccia in giù – ha raccontato la fotografa – tra la schiuma delle onde, nella sua t-shirt rossa e nei suoi pantaloncini blu scuro, piegati all’altezza della vita. L’unica cosa che potevo fare era fare in modo che il suo grido fosse sentito da tutti”.
Nel mese di luglio il Presidente della Regione, Mario Oliverio, ha effettuato il sopralluogo nell’aerea destinata as ospitare il cimitero e, in quella occasione, aveva dichiarato: «In questo luogo sorgerà il cimitero dei migranti. Voglio pubblicamente ringraziare il sindaco di Tarsia, Roberto Amoruso, per aver messo a disposizione, insieme alla sua amministrazione, diecimila metri di terreno su cui realizzare questa grande opera umanitaria.
Un altro ringraziamento particolare voglio rivolgerlo a Franco Corbelli, leader di “Diritti civili”, per aver assunto questa iniziativa e per averla portata avanti nel corso di questi anni con caparbietà e determinazione, confermando la sua grandissima sensibilità per i diritti umani e in difesa della dignità degli uomini e delle donne”.
Sono qui oggi, non solo per riconfermare la volontà che abbiamo espresso sin dal primo momento in cui ci è stata avanzata la proposta, che è quella di realizzare questa importante opera, ma siamo qui anche per impegnarci concretamente affinché essa possa essere concretamente realizzata.
La Regione farà la sua parte per quanto riguarda lo stanziamento delle risorse necessarie per acquisire il terreno e per avviare i primi interventi. Da tempo abbiamo aperto un confronto assai proficuo con il Ministero dell’Interno e sono sicuro che presto si darà vita alle iniziative necessarie per avviare l’opera anche sul piano del sostegno finanziario.
Questo luogo – ha concluso Oliverio – è il simbolo di una Calabria solidale e accogliente, in un momento in cui le furie populistiche e xenofobe, che seminano paura di fronte alla diversità, sono purtroppo prevalenti. Andiamo controcorrente. Ci andiamo con la nostra storia, che è la storia di una regione che accoglie e che non ammaina mai il vessillo della civiltà, Questa opera, questo investimento, riconfermano i valori della civiltà».
Intanto, la tragedia umanitaria dell’immigrazione non si ferma: oggi, nel porto di Vibo Marina, oltre 1600 migranti (il numero non è ancora definitivo) sono sbarcati a bordo della nave “Asso Ventinove” e oltre 700 immigrati sono giunti, nella domenica di Pasqua, tra Reggio Calabria e Melito Porto Salvo.