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Epatite C, prevista eliminazione dell’infezione in tre anni

5 min di lettura

Sono state eliminate tutte le restrizioni di accesso ai nuovi  “super” farmaci anti epatite C: in tre anni verranno trattati tutti i pazienti. Un traguardo importante raggiunto grazie alla collaborazione tra l’AIFA  (Agenzia Italiana del Farmaco), il Ministero della Salute e le Associazioni dei Pazienti. Grande merito, soprattutto, alla EpaC onlus.

di Valeria Folino

Epatite CIl 21 marzo 2017 è stato scritto un passaggio importante nella storia Sanitaria Italiana della lotta alla Epatite C: l’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) ha eliminato tutte le restrizioni di accesso ai nuovi farmaci anti epatite C.
Da oggi tutti i pazienti con Epatite C potranno essere presi in carico nelle strutture specializzate ed iniziare quindi il percorso verso la terapia e la cura” ha dichiarato il Prof. Mario Melazzini, DG di AIFA, durante la conferenza stampa in cui è stato annunciato un programma di eliminazione dell’infezione dal nostro Paese in 3 anni.
Un traguardo importante raggiunto grazie alla collaborazione tra l’AIFA, il Ministero della Salute e le Associazioni dei Pazienti.
Grande merito, soprattutto, alla EpaC onlus: “Il monitoraggio – ha spiegato Melazzini – e la ricognizione delle Associazioni , EpaC per prima, ha permesso di arrivare a codificare un piano di eradicazione per i pazienti con HCV nei prossimi tre anni, trattando 80.000 pazienti per anno.
I nuovi criteri non sono da considerarsi come criteri di rimborsabilità, ma dei criteri di trattamento attraverso cui tutti i pazienti con epatite C verranno trattati e presi in carico.
Probabilmente ,ci sarà da lavorare sull’ampliamento del numero dei centri o per lo meno sul potenziamento di alcuni di essi, che accanto ai centri che funzionano molto bene, presentano degli elementi di criticità e, come evidenziato dall’attenta vigilanza delle associazioni pazienti, per così dire non appaiono in overbooking”.
L’obiettivo è, dunque, per far sì che tutti i pazienti possano essere veicolati verso i centri di autorizzati.
Ivan Gardini, Presidente dell’Associazione EpaC, si dice soddisfatto per il risultato raggiunto grazie all’impegno costante dell’EpaC e di tutte le Associazioni Pazienti: “una delle più grandi soddisfazioni è l’aver dimostrato che i pazienti possono fornire tanti spunti ed elementi di collaborazione.
Ovviamente – precisa Gardini – non vuol dire che tutti i pazienti potranno essere curati immediatamente: ci saranno delle linee guida di prioritizzazione per dar precedenza ai pazienti più gravi, ma con la facoltà del medico curante di poter andare a curare pazienti che seppur con malattia più lieve, hanno necessità clinica o sociale di essere curati immediatamente.
Questa situazione porrà fine al turismo farmaceutico che da ora in avanti non avrà più ragione di esistere: i pazienti avranno una loro sequenza, stabilita dal proprio medico… e pazienti in carico a centri con molti pazienti avranno la facoltà di rivolgersi ad un centro con liste di attesa inferiori. Questo permetterà il riequilibrarsi delle liste di attesa, elemento che potrà accelerare il piano di eradicazione”.
L’Associazione EpaC onlus è stata fondata nel 2004 in sostituzione del Comitato EpaC fondato nel 1999 con due scopi fondamentali: dare vita ad una Associazione economicamente indipendente e sviluppare un know how concreto e operativo sul counselling, educazione, prevenzione ed informazione che sta alla base del loro operato quotidiano.
Oggi, è uno dei gruppi non profit più attivo in Italia nel fornire assistenza informativa sull’epatite C.
Le nuove terapie per l’HCV sono rimborsate totalmente dal Servizio Sanitario Nazionale ma la loro erogazione è disciplinata da una serie di “criteri di accesso al trattamento”, stabiliti dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) con la Determina n. 500/2017 e varati ufficialmente con la pubblicazione in GU n. 75 del 30/03/2017.
Progressivamente, in funzione della gravità della patologia, potranno accedere al trattamento tutti i pazienti affetti da Epatite C.
L’obiettivo proclamato dall’AIFA è quello di arrivare a trattare circa 80.000 pazienti l’anno per i prossimi 3 anni, grazie anche allo stanziamento di fondi ad hoc di 500 milioni ogni anno per il triennio 2017-2019 previsto nell’ultima manovra finanziaria.
Il Presidente dell’Associazione EpaC plaude alla decisione dell’AIFA sull’allargamento della platea dei pazienti che possono essere messi in lista per il trattamento con i farmaci innovativi, ma chiede chiarimenti in relazione a vari punti.
Il problema più grosso, in realtà , per ora sembra quello dei costi delle nuove terapie a carico totale del Servizio Sanitario ma è in corso una trattativa tra l’Aifa e le aziende produttrici: se non si dovesse raggiungere un accordo tra le parti, come extrema ratio, il Presidente Melazzini ha annunciato la possibilità di applicare gli accordi internazionali che permettono ad un Stato, in situazione di emergenza per la salute di poter produrre il farmaco generico ad un prezzo inferiore.
E’ proprio di ieri la seguente notizia, che riportiamo come da nota: “Epatite C: disponibile nuovo farmaco per tutti i genotipi.
A seguito dell’esito positivo della trattativa con l’azienda produttrice Gilead Sciences, è pubblicata oggi in Gazzetta Ufficiale la determina dell’Agenzia Italiana del Farmaco che autorizza l’ammissione alla rimborsabilità del medicinale Epclusa (che combina i principi attivi sofosbuvir e velpatasvir).
Il Servizio Sanitario Nazionale rende così disponibile un’ulteriore opzione terapeutica per il trattamento dei pazienti affetti da epatite C cronica.
L’accordo raggiunto su Epclusa da un lato consente di abbattere i costi e dall’altro, grazie ai nuovi criteri di trattamento individuati e presentati da AIFA nelle scorse settimane, segna un passo particolarmente significativo nell’attuazione e nella sostenibilità economica del piano di eradicazione dell’epatite C”.
Ma cos’è la Epatite C?
L’epatite C (dal greco hepato, fegato, e itis, infiammazione) è una malattia infettiva, causata dall’Hepatitis C virus (HCV), che colpisce in primo luogo il fegato(epatite).
L’infezione è spesso asintomatica, ma la sua cronicizzazione può condurre alla cicatrizzazione del fegato e, infine, alla cirrosi, che risulta generalmente evidente dopo molti anni.
In alcuni casi, la cirrosi epatica potrà portare a sviluppare insufficienza epatica, cancro del fegato, varici esofagee e gastriche. L’HCV è trasmesso principalmente per contatto diretto con il sangue infetto, spesso dovuto all’uso di droghe per via endovenosa, a presidi medici non sterilizzati e trasfusioni di sangue.
Si stima che circa 130-170 milioni di persone al mondo siano infettate dal virus dell’epatite C. L’esistenza dell’epatite C, in origine definita “epatite non A non B”, è stata ipotizzata nel 1970 e confermata nel 1989. In Italia, la diffusione dei virus HCV ha toccato la massima intensità tra gli anni 60 e la metà degli anni 80.
Negli ultimi 20 anni in Occidente l’incidenza (numero di nuovi casi all’anno) dell’infezione da HCV è notevolmente diminuita (anche in Italia), per una maggior sicurezza nelle trasfusioni di sangue e per il miglioramento delle condizioni sanitarie, pur essendoci una continua espansione dell’uso di droghe per via endovenosa e immigrazione di persone che vivono in aree ad elevata diffusione del virus.
Centro di Lamezia Terme per la prescrizione dei nuovi farmaci antivirali per curare l’epatite C:

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