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SI: dove sono finiti quelli che annunciavano le barricate dopo la chiusura del carcere?

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Nell’indifferenza e nel silenzio dei parlamentari e dei consiglieri regionali lametini di tutti gli schieramenti, delle forze politiche che governano la città, dell’amministrazione comunale, nel consiglio provinciale di ieri abbiamo assistito all’ennesima brutta pagina per la nostra città e per la politica calabrese.

SI barricateComunicato Stampa

Brutta pagina non per rivendicazioni campanilistiche fini a se stesse, che non ci appartengono e non ci sono mai appartenute. Ma per una serie di veri e propri “schiaffi istituzionali”,  che hanno determinato l’ennesima presa in giro per la nostra città, corredata da troppi silenzi assordanti.
Dove sono finiti tutti quelli, a cominciare dai parlamentari della nostra città, che a maggio 2015, dopo il decreto che disponeva la chiusura del carcere, annunciavano barricate?
Oggi sulla vicenda del provveditorato, regna sovrano il silenzio, in nome di quell’accordo in perfetto stile “larghe intese” che regge l’amministrazione provinciale di Catanzaro a guida Pd.
E’ incomprensibile anzitutto come il Presidente della Provincia Bruno, coinvolto nelle ultime inchieste sulla Sacal e per la quale la magistratura ha richiesto come per tutti i membri del vecchio cda misure interdittive, abbia convocato il consiglio provinciale per assumere una decisione così importante per il nostro territorio.
Una scelta azzardata e inopportuna. A prescindere dalla posizione giudiziaria del presidente Bruno, sulla quale sarà  la magistratura pronunciarsi, è evidente che in questa fase il presidente Bruno dovrebbe astenersi dal prendere decisioni, almeno per il territorio lametino.
Senza il minimo confronto con la nostra città, il Ministero della Giustizia e la Provincia di Catanzaro hanno tolto a Lamezia non un privilegio o una rivendicazione, ma quanto indicato dallo stesso Ministro della Giustizia Andrea Orlando che il 12 giugno 2015, con una lettera a firma del capo di gabinetto del Ministro, scriveva all’allora sindaco Gianni Speranza che “per quanto riguarda la sede di Lamezia è in programma il trasferimento della sede del Provveditorato regionale della Calabria i cui tempi sono connessi ai lavori per il necessario adeguamento dell’edificio”.
Non stiamo parlando di dichiarazioni di intenti, ma di impegni messi nero su bianco da parte del Ministero della Giustizia. Un risultato non piovuto dall’alto, ma frutto di un confronto istituzionale di mesi tra l’allora sindaco e il sottosegretario Ferri, evidenziando la collocazione strategica della nostra città e la vicinanza ai principali snodi di comunicazione come elementi che facevano di Lamezia una sede più che adeguata per un istituto di rilievo come il provveditorato di polizia penitenziaria. Gli impegni presi verso la città non sono stati mantenuti. E questo ferisce tutta la nostra comunità.
Tutto ciò avviene nel totale silenzio del Sindaco Mascaro e dell’amministrazione comunale, che non si sa che cosa abbia fatto in questi due anni per far sì che il Ministero della Giustizia facesse seguito agli impegni sottoscritti nel giugno 2015.
Avviene nel silenzio degli esponenti del partito democratico lametino, per i quali evidentemente l’allineamento al presidente della provincia espressione del loro partito vale più della difesa della città e del mantenimento degli impegni presi.
Il mancato trasferimento del provveditorato di polizia penitenziaria nella nostra città dà ulteriore conferma a tanti cittadini, che certamente non si lasciano incantare più da dichiarazioni enfatiche all’insegna dell’ “orgoglio lametino”, che esiste un’abissale differenza tra la difesa delle ragioni della città portata avanti con i fatti e le scelte politiche e quella fatta con le parole gridate sui palchi. Parole che a portarsele via, è il vento.

Sinistra Italiana Lamezia Terme

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