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Immigrazione, la posizione di Azione Identitaria

7 min di lettura

L’immigrazione è un fenomeno complesso, capace di cambiare il volto di una società: in meglio per taluni, in peggio per altri. Affronteremo le varie posizioni politiche: oggi incontriamo Igor Colombo, coordinatore regionale di Azione Identitaria Calabria, per capire la posizione del movimento di fronte al dramma dei continui flussi migratori verso le coste calabresi.
Di Valeria Folino

Igor Colombo

Come ogni fenomeno, anche l’immigrazione è caratterizzata da molteplici motivazioni.
Oltre alla preponderante motivazione economica, sempre più spesso si manifesta l’emergere di una ancor più drammatica causa relativa a conflitti politici, religiosi ed etnici.
La disperazione dovuta alla povertà e alla fame spinge quotidianamente questa povera gente a imbarcarsi su piccole barche e affrontare un lungo viaggio in mare, sbarcando poi sulle nostre coste, sperando di trovare terre migliori per vivere dignitosamente. Ma l’inserimento nella nostra società per gli extracomunitari non è facile, soprattutto in periodi di crisi economica come quella che stiamo attraversando.
Inoltre, desta molta preoccupazione il fatto che molti di questi immigrati siano clandestini che vivono in condizioni davvero degradanti. E le organizzazioni criminali sono le prime a reclutare i clandestini, servendosi di loro per il lavoro illegale. L’Italia, a differenza di altri stati europei, è poco controllabile come ‘porta d’ingresso’ per chi parte dalle coste libiche e non solo, posizionata così com’è nel mezzo del Mediterraneo, rappresenta la  più semplice frontiera da raggiungere e  attraversare per arrivare in Europa.
Per cui lo sbarco, inevitabilmente, avviene nel sud Italia.
L’immigrazione è un fenomeno enorme e complesso, capace di cambiare il volto di una società: in meglio per taluni, in peggio per altri.
Il “fenomeno” immigrazione, infatti, presenta notevoli implicazioni economiche, sociali, culturali e di ordine pubblico. Ma il “fenomeno immigratorio ” è appunto un fenomeno: dal greco (ϕαινόμενον, part. sostantivato di ϕαίνομαι «mostrarsi, apparire») una manifestazione della realtà che viene considerata con riferimento a un dato istante nel tempo, un fatto che si propone come oggetto di particolare considerazione.
Dunque, al di là che lo si ritenga un problema o una risorsa, l’immigrazione è una manifestazione della realtà di cui si deve comunque  prendere atto e che urge affrontare con serietà, concretezza, senza strumentalizzazioni  tenendo  sempre conto che è un “fenomeno” sociale  fatto di uomini in carne ed ossa. Le posizioni “politiche” sono diverse e in contrasto tra loro.

Oggi abbiamo affrontato la problematica con il coordinatore regionale di Azione Identitaria Calabria, Igor Colombo per capire la posizione del movimento di fronte a questo fenomeno e le proposte di risoluzione al problema, sempre più drammatico, dei continui flussi migratori verso la Calabria.

  • Il fenomeno immigratorio, pensato e realizzato come grande sostituzione dei popoli, è proprio nella sua genesi rappresentativo di negatività e di dissoluzione verso chi lo subisce, non apporta risorsa e non è assolutamente preludio di civiltà e rinascita del popolo e del territorio, piuttosto rappresenta la disintegrazione di tradizioni e civiltà vive e vissute da generazioni di popoli per millenni, quella che si chiama Patria è la terra dei nostri Padri ed ogni patriota ha il diritto ed il dovere di difenderla da chi vuole cancellarla attraverso processi incompatibili e fallimentari di assimilazione ed integrazione che portano al più grande crimine verso l’umanità ed i popoli, cioè la cancellazione di tutte le differenze etniche”.
    Questa è la posizione ufficiale di Azione identitaria di fronte alla problematica. Potrebbe spiegare meglio il punto di vista del suo movimento?
    «Si, questa è la nostra visione generale, questi i valori fondanti del nostro movimento riferito all’amore che abbiamo per la Patria e la difesa dei confini che riteniamo sacri: il tutto si traduce nella difesa della nostra memoria storica e di una civiltà che dura da oltre tremila anni e di conseguenza, relativamente al fenomeno immigratorio che presenta tante sfaccettature, ci poniamo in maniera ferrea per un suo blocco totale e l’avvio di un umano rimpatrio degli extracomunitari verso le loro terre.
    Certo questo deve essere fatto in un contesto politico sinergico dell’Europa tutta che deve tornare ad essere protagonista in Africa specialmente, con missione, agricoltura, tecnologia, aiutando quei popoli a riappropriarsi delle proprie risorse naturali che sono tante ma tutte in mano a multinazionali americane ed ora anche cinesi aiutate e sostenute dai vari capi di Stato delle nazioni africane corrotti da questi potentati economici che hanno affamato interi popoli.
    La via per far rispettare quel diritto divino di ogni popolo una terra ed ogni terra un popolo è quello di pensare ad una sorta di protettorato europeo nel continente africano, riportando ordine e pace li dove esistono conflitti, che sono ormai perlopiù tribali, viceversa ci ritroveremo con questo problema che ci scoppierà in faccia nei prossimi dieci o vent’anni in tutta la sua gravità con milioni di africani che busseranno alle nostre porte ed li che si verificherà il caos più totale e la disintegrazione della nostra identità».
  • Alla luce dei recenti fatti di cronaca, con riferimento all’inchiesta del CARA di Isola Capo Rizzuto in primis ma anche alla vicenda del caporalato nel Cas di Camigliatello Silano, qual è la sua personale opinione sui centri di accoglienza?
    «L’inchiesta sul Cara di Isola Capo Rizzuto non ci sorprende in quanto sono anni, già da quando militavamo in altri movimenti politici nazionalisti, che sostenevamo l’intreccio politico-‘ndranghetistico nel fenomeno dell’accoglienza, assurto a vero e proprio business dove la criminalità organizzata ha da tempo messo su le mani per lucrare su questa nuova tratta di essere umani.
    Tutte cose già denunciate ed ampiamente spiegate ai tempi della rivolta di Rosarno da parte degli immigrati, però nessuno all’epoca prese in considerazione quanto sostenevamo e puntualmente venivamo etichettati come razzisti e xenofobi. Oggi il vento sta un po’ cambiando grazie alle dichiarazioni di qualche giorno fa del Pm di Catania Zuccaro cui hanno tentato di screditarlo in tutti i modi ed oggi il tutto concretizzatosi con questa inchiesta della Procura di Catanzaro che svela un infernale sistema affaristico legato all’accoglienza dove a finire coinvolto vi è anche un rappresentate della Chiesa.
    Riguardo al caporalato posso dire che nel 2015 proprio nella città di Lamezia Terme, il nostro reggente regionale, Bruno Spatara, presentò un esposto alla Procura della Repubblica per questo fenomeno che insisteva nella zona ovest della città, in cui ogni mattina all’alba furgoncini erano pronti a prelevare manovalanza straniera a basso costo da portare su cantieri o nelle varie campagne della nostra piana.
    Infine per rispondere alla sua domanda dico che i centri di accoglienza devono essere chiusi ,perché vere e proprie bombe etniche in molti casi, e ribadisco che tutto ciò deve essere sempre affrontato con una visione risolutiva di tutto il fenomeno e non come trattato e gestito finora, l’Ue è complice di tale drammatica situazione e noi qui poco tempo fa abbiamo assistito al capo del Governo Italiano ricevere uno dei responsabili materiali di questa invasione programmata, che è il magnate Soros, finanziatore occulto, ed ormai non tanto, della sostituzione del nostro popolo».
  • E’ possibile una reale integrazione degli extracomunitari nel nostro paese e, in particolare, nella città di Lamezia Terme?
    «Assolutamente no, perché si tratta di un tipo di immigrazione a noi non compatibile per svariati motivi di tradizione e di religione anche, il multiculturalismo è fallito da tempo ormai e questo lo disse  diversi anni fa l’allora primo ministro britannico David Cameron che di certo non può essere inquadrato a livello ideologico vicino a noi».
  • La situazione, dall’Africa all’Iraq, è ormai “esplosiva”: secondo il suo movimento, quale potrebbe essere la gestione dei flussi migratori o la soluzione definitiva a monte della problematica?
    «Oggi la situazione internazionale è drammatica con una Siria di Assad che resiste al terrorismo  internazionale targato Isis, che è diretta emanazione e creatura Usa, i quali insieme a Paesi come Arabia Saudita, Emirati Arabi, Qatar e Turchia finanziano il terrorismo internazionale per destabilizzare un governo legittimo come quello del presidente siriano che è laico ed in cui tutte le confessioni religiose hanno sempre convissuto in maniera pacifica».
  • Per concludere, l‘Italia in materia di diritto di asilo, secondo Lei, è avanti o indietro rispetto ad altri paesi europei e non solo?
    «Su questo tema in Italia regna la confusione più totale in quanto lo status di rifugiato viene dato in pratica a tutti colori che sbarcano sulle nostre coste, i quali sono sprovvisti di documenti ed ovviamente ai primi controlli mentono sulla loro provenienza e nazionalità. Cosi poi dopo diversi mesi si scopre che ospiti dei centri di accoglienza sono immigrati provenienti da Paesi dove non vi è in atto alcun conflitto e pertanto per le leggi europee quegli stessi finti profughi non avrebbero più diritto a stare sul nostro suolo.
    La cosa comunque sarà destinata a peggiorare con l’approvazione definitiva dello ius soli, che concederà la cittadinanza italiana a tutti quelli che nasceranno qui da noi, l’Italia diventerà cosi la sala parto dell’Africa e dal momento che per tutta una serie di conseguenze economiche e sociali da noi non si fanno più figli, questo sarà l’abbrivo della sostituzione etnica del nostro popolo, una cosa che assolutamente dobbiamo impedire».


 

 

 

 

 

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