Cantafora: Lamezia ha bisogno di testimonianze di fede in Dio e di fiducia tra il popolo
3 min di lettura“Lamezia Terme ha bisogno di testimonianze di fede in Dio e di fiducia tra il popolo. Come gli apostoli Pietro e Paolo, proprio perché diversi tra di loro, anche noi siamo chiamati a testimoniare lo stesso sforzo di dialogo e, se serve, di reciproca correzione fraterna.
Comunicato Stampa
L’oggi ci spinge a testimoniare anche una maggiore giustizia e legalità per la sicurezza pubblica e sociale della nostra città, senza scusanti e senza deleghe solo agli “addetti ai lavori.
La città ha bisogno di pace e non di scontri ad arte. Ha bisogno di collaborazione tra soggetti diversi, tra pensieri diversi, tra aspettative diverse, perché l’interesse più alto è quello delle persone, soprattutto dei più poveri”, lo ha affermato il Vescovo di Lamezia Terme Luigi Cantafora, nel corso della concelebrazione eucaristica della solennità dei Santi Pietro e Paolo, patroni della città e della diocesi lametina.
Nel messaggio rivolto alla città e alla Diocesi a conclusione della processione, il vescovo ha sottolineato il legame tra la vita dei due Santi Apostoli e le grandi questioni del nostro tempo, dalle migrazioni alla povertà alla mancanza di lavoro.
I santi apostoli Pietro e Paolo – ha ricordato il presule – “sono stati discepoli di Cristo, ci ricordano che la nostra vita è un discepolato, una sequela, un cammino verso la stella polare che è Cristo”.
Gli apostoli furono migranti e accolti in terre straniere, un fatto che – ha sottolineato Cantafora – “ci fa ripensare alle migliaia di uomini, donne e bambini che ancora in quest’ultimo anno, disperati, hanno tentato di attraversare con mezzi di fortuna le stesse acque. Molti, purtroppo, hanno incontrato la morte.
L’esperienza di dolore e di speranza di questi nostri fratelli ci ricorda come dice Papa Francesco che siamo tutti stranieri e pellegrini su questa terra, accolti da qualcuno con generosità e senza alcun merito”. I santi apostoli “erano vicini ai poveri con occhi cristiani, nelle loro possibilità ma anche nelle loro povertà e nei loro bisogni.
Essi donavano il Vangelo, parola di Dio, ai fratelli bisognosi di beni materiali e spirituali”. Sul tema del lavoro, il Vescovo lametino ha ricordato che “Pietro e Paolo conoscono cosa è il lavoro, hanno lavorato per mantenersi: il primo come pescatore e l’altro come acconciatore di pelli.
Non hanno gravato sulle comunità, ma hanno vissuto del lavoro delle proprie mani. Conoscono il peso e anche l’importanza del lavoro che è collaborazione al disegno di Dio per la salvezza del mondo.
Li invochiamo per tutti i lavoratori e le lavoratrici di Lamezia, ma anche per chi un lavoro non ce l’ha. Per tutti è la mia preghiera, l’interessamento e la vicinanza”.
Il vescovo ha affidato ai santi patroni della Chiesa lametina le famiglie e i giovani che portano nel cuore il desiderio di famiglia, ricordando che “il vangelo è la buona novella dell’amore divino che si fa messaggio di donazione e di delicatezza verso gli altri, di fiducia e di perdono tra i componenti di ogni famiglia. I santi Pietro e Paolo hanno predicato quell’amore che travalica ogni persona, ogni famiglia, ogni Chiesa.”
L’invito di Cantafora ai fedeli della città e della diocesi “con l’aiuto dei nostri santi a resistere fermi nella nostra fede, perché non c’è situazione di vita in cui non possiamo sentire la forza e la tenerezza della vicinanza dei nostri Santi con noi. Anche nelle difficoltà, proprio per poterle superare, restiamo fermi e ancorati nella speranza.”
Nel corso della concelebrazione eucaristica in Cattedrale, animata dalla corale della Cattedrale “Rorate coeli desuper” diretta dal maestro Attilio Lorenti, il Sindaco Paolo Mascaro in rappresentanza di tutta la comunità cittadina ha rinnovato l’atto di affidamento della città ai Patroni consegnando un plastico raffigurante la città di Lamezia Terme nelle mani della statua di San Pietro.