Giuseppe Tomasi di Lampedusa, una gloria mai conosciuta
3 min di letturaIl 26 luglio 1957 moriva a Roma Giuseppe Tomasi di Lampedusa, lo scrittore siciliano che dette vita a “Il Gattopardo”, uno dei romanzi più letti e più famosi in Italia e nel mondo, pubblicato l’anno successivo la morte dell’autore.
Duca di Palma di Montechiaro e principe di Lampedusa, Giuseppe Tomasi nasce a Palermo, nel palazzo di famiglia, il 23 dicembre del 1896. Dopo aver partecipato alla Grande Guerra come ufficiale (fu presente alla Disfatta di Caporetto dell’autunno 1917), Tomasi di Lampedusa tornerà nella sua città natale, alternando lunghe soste a Palermo a viaggi all’estero. Nel 1932 sposa a Riga la studiosa di nobile famiglia Alexandra Wolff Stomersee, detta Licy, precedentemente legata allo zio Pietro Tomasi Della Torretta. Concluso il secondo conflitto bellico e superata la soglia dei cinquant’anni, Giuseppe Tomasi di Lampedusa, fin da giovane di carattere solitario e riservato, inizia a frequentare i circoli intellettuali della città, stringendo una forte amicizia con Gioacchino Lanza Tomasi, giovane che adotterà dopo qualche anno e che ne perpetuerà la memoria successivamente alla morte.
Tra il 1954 e il 1956 scriverà “Il Gattopardo”, con il titolo originario “Ultime luci”. Nel romanzo lo scrittore palermitano narra le vicende della nobile famiglia siciliana del principe Fabrizio Salina (la cui figura è ispirata al bisavolo paterno di Tomasi di Lampedusa, Giulio Fabrizio) nel delicato momento che porterà alla nascita del Regno d’Italia e alla fine del Regno delle Due Sicilie; il tramonto di un’epoca a cui il principe assisterà senza opporre resistenza.
“In Sicilia non importa far male o far bene: il peccato che noi siciliani non perdoniamo mai è semplicemente quello di ‘fare’. […] Il sonno è ciò che i siciliani vogliono, ed essi odieranno sempre chi li vorrà svegliare, sia pure per portar loro i più bei regali”.
La pubblicazione del “Gattopardo” non avrà un percorso semplice: il romanzo uscirà alle stampe solo nel 1958, dopo la morte dell’autore e dopo i rifiuti da parte della Mondadori e della Einaudi (bocciato personalmente da Elio Vittorini), grazie alla traduttrice e scrittrice Elena Croce che ne inviò il manoscritto a Giorgio Bassani, allora direttore editoriale della Feltrinelli. Pubblicato finalmente il 25 ottobre 1958, “Il Gattopardo” in due mesi venderà 2.000 copie. Un anno dopo riceverà il premio Strega divenendo poi il primo best-seller italiano con oltre 100.000 copie vendute. Nel 1963 Luchino Visconti ne fece un film con Burt Lancaster, Claudia Cardinale e Alain Delon, vincitore della Palma d’Oro come miglior film alla XVI edizione del Festival di Cannes.
Giuseppe Tomasi di Lampedusa non assisterà all’enorme successo del suo romanzo: lo scrittore morirà il 26 luglio di sessant’anni fa in una casa di Piazza Indipendenza a Roma, dove si era recato per sottoporsi ad alcune cure per il tumore ai polmoni diagnosticatogli qualche tempo prima. Le sue spoglie si trovano nella tomba di famiglia al Cimitero dei Cappuccini di Palermo, insieme a quelle della moglie Licy, morta nel 1982.
Antonio Pagliuso