Vibo Valentia: sequestrati 4 quintali di Canapa Indiana, due arresti
2 min di letturaLa piantagione illegale di 1500 metri quadrati è stata individuata nel comune di Filadelfia
Comunicato Stampa
Continua l’attività di controllo del territorio delle Fiamme Gialle vibonesi, in questo periodo finalizzata, in modo particolare, al contrasto del diffuso fenomeno della coltivazione illecita di cannabis indica.
Grazie al preliminare lavoro informativo ed al capillare monitoraggio dei luoghi tradizionalmente utilizzati per l’impianto delle piantagioni (zone impervie solitamente in aree demaniali o incolte) ed alle continue attività di ricerca e controllo, i finanzieri della Compagnia della Guardia di Finanza di Vibo Valentia, hanno individuato, in località Targani del Comune di Filadelfia (VV), occultata tra alberi di alto fusto e difficilmente raggiungibile attraverso piante di rovi e di macchia mediterranea, una coltivazione illegale, organizzata su un’area nella disponibilità di uno degli arrestati, estesa circa
1.500 metri quadrati (grande quanto tre campi da tennis), con piante di cannabis indica
dell’altezza variabile tra novanta centimetri e un metro e mezzo.
L’attività di osservazione ed appostamento all’uopo effettuata, ha permesso di individuare ed arrestare in flagranza di reato due soggetti, C.R. cl ’73 (con precedenti specifici per traffico di stupefacenti e reati associativi vari) e F.G. cl ‘59 (incensurato) mentre erano intenti ad irrigare, mediante un efficiente sistema automatizzato, la coltivazione in rassegna.
Di tali rinvenimenti e dell’individuazione dei responsabili veniva notiziata l’Autorità Giudiziaria competente della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Lamezia Terme, che disponeva, dopo opportuna campionatura dello stupefacente, l’estirpazione delle piante di canapa indiana e l’immediata distruzione nonché la custodia cautelare in carcere per C.R ed ai domiciliari per F.G.
La coltivazione, a fioritura completa, avrebbe prodotto almeno 4 quintali di marijuana. Lo stupefacente, una volta essiccato ed immesso sul mercato, avrebbe fruttato un guadagno di oltre 1.000.000 euro.
Le indagini delle Fiamme Gialle sono ancora in corso per accertare ulteriori responsabili nell’attività illecita in rassegna.