Mia Martini, una voce dalla Calabria
3 min di letturaUna voce profonda, sofisticata ed emozionante. Impossibile da non amare. Domenica Bertè, meglio conosciuta come Mia Martini, nasce il 20 settembre 1947 a Bagnara Calabra, sorella maggiore di Loredana Bertè e secondogenita dell’insegnante di latino e greco Giuseppe Radames Bertè e della maestra Maria Salvina Dato (la coppia avrà altre due figlie: Leda e Olivia).
Esordio e primi successi
Dopo un primo esordio con il nome di Mimì Berte, Mia Martini debutta con il nuovo pseudonimo nel 1971 con il primo album “Oltre la collina”. Il successo non tarda ad arrivare grazie al singolo “Piccolo uomo” con il quale vince il Festivalbar nel 1972. Da lì tanti successi che consacreranno questa figlia di Calabria come una delle principali interpreti della scena musicale italiana degli anni Settanta. Singoli come “Minuetto” (pezzo scritto per lei dall’amico Franco Califano, con il quale vinse di nuovo il Festivalbar nel 1973, questa volta ex aequo con “Io domani” di Marcella Bella) e “Donna con te” vengono distribuiti in tutta Europa approdando anche sul mercato giapponese.
Successivamente a due interventi alle corde vocali che ne modificarono in maniera lieve il timbro di voce, con l’inizio degli anni Ottanta Mia Martini prende la decisione di allontanarsi piano piano dalle scene, alla ricerca di una vita ordinaria lontana dalle maldicenze, dai contrasti con le etichette discografiche e, in generale, dalle patine irreali che caratterizzano il jet set.
Dichiarerà la Martini in merito a quel periodo: “La mia vita era diventata impossibile. Qualsiasi cosa facessi era destinata a non avere alcun riscontro e tutte le porte mi si chiudevano in faccia. C’era gente che aveva paura di me, che per esempio rifiutava di partecipare a manifestazioni nelle quali avrei dovuto esserci anch’io. Mi ricordo che un manager mi scongiurò di non partecipare a un festival, perché con me nessuna casa discografica avrebbe mandato i propri artisti. Eravamo ormai arrivati all’assurdo, per cui decisi di ritirarmi”.
L’esilio e il ritorno di Mia Martini
Nel 1985 Mia Martini si trasferisce in Umbria, in una sorta di esilio dal mondo dello spettacolo. Dopo alcuni anni di ritiro Mimì decide di ritornare alla musica e lo fa trionfalmente, nel 1989, al Festival di Sanremo con il celebre brano “Almeno tu nell’universo” con cui vince il premio della critica – riconoscimento che in seguito alla morte della cantante calabrese sarà denominato Premio della critica Mia Martini. Il pubblico ritorna ad amarla. Nasceranno altri successi come “La nevicata del ’56” (premio della critica a Sanremo 1990), “Gli uomini non cambiano” e “Cu’mmè” con il cantautore napoletano Roberto Murolo.
Nel 1993, dopo anni di silenzio, recupera il rapporto con la sorella Loredana, esibendosi insieme a lei al Festival di Sanremo di quell’anno con il brano “Stiamo come stiamo”.
Tormentata e sofferente da qualche tempo, Mia Martini muore il 12 maggio 1995, a quarantasette anni, da sola, nella sua nuova casa di Cardano del Campo, in provincia di Varese. Viene trovata soltanto due giorni dopo il decesso, distesa sul letto con le cuffie del walkman alle orecchie, stroncata da un arresto cardiaco. Dopo il funerale il corpo di Domenica Bertè fu cremato e le ceneri conservate nel cimitero di Cavaria con Premezzo, accanto ai nonni. Le polemiche postume sulle cause della morte portarono a un’inchiesta che verrà archiviata poco dopo lasciando un velo di mistero sulla fine tragica di una tra le voci più indimenticabili e amate dal pubblico italiano.
Antonio Pagliuso