Scavi di Terina, Italia Nostra: Richiesto intervento autorità competenti
4 min di letturaItalia Nostra sulla situazione degli scavi di Terina
Comunicato stampa:
Gli scavi di Terina, più di tremilacinquecento metri quadrati di erba. Cancello sbarrato per non farci mancare nulla! Poter effettuare delle visite nemmeno a parlarne!
Dopo lo schiaffo della stampa internazionale che ritiene degno di essere conosciuto ciò che i nostri amministratori hanno posto in stato comatoso e di abbandono, solo ora, come se si trattasse di un pronto intervento, un evento imprevedibile, ci si appresta a dare una qualche pulita.
Ci viene da chiedere: ma le denunce venute in tutti questi mesi e negli anni addietro da Italia Nostra, menzionate anche dalla stampa nazionale, e da altre associazioni e privati, sono rimaste lettera morta?
C’è dell’incredibile ma anche un modo di amministrare per nulla serio.
Gli scavi sono presso Sant’Eufemia Vetere, territorio di Lamezia Terme, nel sito della città antica di Terina, fondata nel V sec. a.C.
Abbiamo fatto un certo sforzo, nelle nostre visite periodiche, a riconoscere il parco archeologico. Se non fosse per il cartello “scavi archeologici (Terina)” che si intravede dalla vegetazione, lungo la recinzione e per l’altro sul cancello d’ingresso che informa sulle azioni realizzate e sul tipo d’intervento.
Si può leggere “Parco archeologico di Terina, scavo, restauro e valorizzazione. Azioni per la tutela, la messa a sistema, la valorizzazione e la fruizione del patrimonio culturale della Calabria costituito dalle Aree e dalle Fortificazioni Militari, dalle aree e dalle strutture di archeologia”.
Si tratta di uno degli interventi del Programma Operativo Regione Calabria FESR 2007/2013, finanziato con un milione di euro nel maggio 2012. Bando di gara mediante procedura aperta dell’aprile 2014 firmato dall’architetto Prosperetti, allora Direttore Generale per i Beni culturali e paesaggistici della Calabria.
Degli effettivi 801.770,20 euro disponibili, 382.051,72 euro sono serviti per gli “scavi archeologici”, oltre a, tra gli altri, 15mila euro per la “Realizzazione di un sistema informativo per la promozione e la fruizione del patrimonio archeologico del parco archeologico”.
A giugno 2015 appalto aggiudicato con un ribasso del 29,59% a base di gara, per un importo contrattuale pari a 655.089, 60 euro. A quel punto tutto pronto per i lavori, anche se è trascorso quasi un altro anno prima che gli archeologi potessero dare inizio alle ricerche.
I beni culturali e archeologici rappresentano la più importante risorsa di cui Lamezia Terme dispone, assieme ad un potenziale agricolo straordinario. È il patrimonio da far conoscere, studiare e valorizzare, perché contribuiscono a formare l’identità del popolo lametino.
A marzo 2016, salutando la ripresa delle indagini archeologiche nel sito della città antica di Terina il sindaco Mascaro sosteneva la rilevanza dell’iniziativa, “soprattutto per la valorizzazione del territorio e di conseguenza i risvolti di carattere economico che ne derivano per le popolazioni”, se inserita in un circuito culturale archeologico.
L’obiettivo dichiarato? La realizzazione di Parco Archeologico, che comprendesse anche l’Abbazia Benedettina e il Bastione di Malta. Quindi dopo un decennio di abbandono, finalmente un nuovo avvio? Dopo le indagini del 1997, proseguite fino al 2006, da parte della Soprintendenza per i Beni archeologici della Calabria che avevano portato alla scoperta di un “settore dell’abitato con case e strade che denunciano l’esistenza di un impianto a pianta ortogonale del IV sec. a.C.”, riecco l’archeologia lametina e calabrese che ritorna protagonista. Che sarebbe dovuta ritornare protagonista.
L’indecoroso spettacolo di cui abbiamo dato menzione dimostra come sia ripartita un’altra triste pagina.
Un milione di euro per fare cosa? Per qualcuno sarà anche un fatto normale, noi lo consideriamo uno sperpero e lasciare in totale abbandono un sito di tale importanza che il mondo intero ci invidia non è un buon biglietto da visita per nessuna amministrazione. Per tale motivo chiediamo l’intervento delle autorità competenti perché chi è responsabile risponda del malfatto.
Le rassicurazioni last minute del sindaco che nei prossimi mesi avremo la riapertura di tutti i siti, dopo quanto avvenuto, comprenderà che ci lascia perplessi e scettici: Noi siamo qui, comunque, a verificare vigilare, denunciare e se fatti straordinari e di nuova consapevolezza dovessero presentarsi anche a prenderne atto.
Giuseppe Gigliotti
presidente
ITALIA NOSTRA ONLUS
SEZIONE DI LAMEZIA TERME