“Partigiani della Scuola Pubblica” aderiscono a sciopero nazionale contro legge 107/2015
2 min di letturaSciopero nazionale indetto per il 10 novembre
I “Partigiani della Scuola Pubblica” manifestano la loro contrarietà alla legge 107/ 2015 aderendo allo sciopero nazionale indetto, per il 10 novembre, dalle sigle di base Usb, Cib Unicobas, Cobas di cui la rete dei Partigiani avrà una propria rappresentanza a loro sostegno.
Varie le richieste avanzate: in primis i manifestanti chiedono l’eliminazione del bonus solo per alcuni e la suddivisione delle somme tra tutti gli stipendi con l’auspicio che si portino nella media europea non soltanto per i docenti ma anche per gli Ata.
«Non vogliamo – affermano i Partigiani – che il nostro contratto venga adeguato alla legge 107/ 2015 di cui chiediamo la improrogabile cancellazione per le sue criticità».
Infatti tale legge permette arbitrariamente ai dirigenti la facoltà di selezionare i docenti, la sottrazione allo studio, ai danni degli studenti, di 200 o 400 ore nel triennio delle scuole superiori per un falso apprendistato che, in realtà, non è altro che uno sfruttamento legalizzato.
«Noi desideriamo il ripristino degli stage non obbligatori decisi dalle singole scuole» sostengono i Partigiani opponendosi alla frode celata nel taglio di anni scolastici relativi all’acquisizione di conoscenze e competenze utili agli studenti per una formazione gratuita di qualità.
Ancora i Partigiani aggiungono la richiesta di sospendere l’Invalsi, un vero ricatto sulla libertà di insegnamento, e il ripristino dello stato di diritto riguardante l’immediata assunzione dei vincitori dell’ultimo concorso, degli abilitati e precari con tre anni di servizio su tutti i posti disponibili di diritto e di fatto in linea con le relative norme della legislazione europea.
Per il personale Ata, i Partigiani chiedono che possa essere sostituito e potenziato in base al bisogno effettivo delle scuole che rischiano di chiudere per carenza di organico.
Infine la richiesta conclusiva con la quale i Partigiani esigono che alle organizzazioni sindacali si restituisca la facoltà di organizzare assemblee in orario di servizio.
LINA LATELLI NUCIFERO