Tanto rumore per nulla: ecco quanto resta della politica!
2 min di letturaS’ode a destra uno squillo di tromba
A sinistra risponde uno squillo…
(A. Manzoni, Coro dell’atto II del Conte di Carmagnola)
Tra feuilleton e riscritture di proclami il coretto è il medesimo: specole analitiche, convincenti solo in appendice alla propria parola, spettacolarizzano un quadro sociale che è visibile sotto gli occhi di tutti.
Si è risibili, quando si riduce il Lògos a segno della propria insufficienza: e si rischia di entrare nel mondo di una fabula mitica, meno fascinosa e più cronachistica, che è quella di Eco, ma solo come metafora di un disco rotto, che il cittadino ha imparato a riconoscere in mezzo a sbiaditi colori politici per invarianza di successione.
L’incontinenza verbale dovrebbe misurarsi eticamente con la de-generazione del presente, assai disattenta alle generazioni di ogni fascia d’età.
Forse, andrebbe promossa una campagna per l’istituzione di una nuova Commissione, quella dell’anima, dal momento che pochi sembrano avere a cuore le fila del nostro Paese.
Lealtà politica, giustizia equitativa e distributiva, Attenzione comunitaria: riciclaggio propagandistico svuotato di significato, ormai di moda nel flusso e reflusso dell’estetica di una buona presentazione, nel chiassoso cicalio di ogni dibattito.
L’impressione, purtroppo, è di una colonizzazione politica, non di un servizio pubblico. Visibile, risibile, non credibile: un quadretto impressionistico da Vox popoli, vox Dei. Chi ha orecchi, intenda!
C’è tanto Vangelo sociale a cui prestare ascolto. Storie di negazioni di ogni giorno. E fortunatamente, la letteratura mantiene vive le coscienze, ancora oggi: una Bibbia nella Bibbia che attende da anni la revisione del solito palinsesto.
Prof. Francesco Polopoli