Un ricordo del professore e poeta Tonino Iacopetta
4 min di letturaRicordiamo con affetto e riconoscenza la figura umana del poeta Iacopetta, recentemente mancato.
Maledetto Capodanno.
Sì, e con questa imprecazione che voglio iniziare il mio personale ricordo del professore Tonino Iacopetta.
Infatti è da due anni che il Capodanno di Lamezia Terme fa rima con la perdita gravissima di personalità locali che hanno contribuito con la loro passione ad arricchire e a rendere vivo il dibattito e la diffusione del vero sapere. Infatti, se lo scorso 31 dicembre 2016 ci lasciava Agostino Porchia, intellettuale poliedrico, da tutti conosciuto in città per la sua immensa e colta passione per il cinema e per le sue maratone di lettura dei classici della letteratura mondiale, che si svolgevano presso un’affermata libreria della città, quest’anno è toccato al professor Iacopetta lasciarci, forse prematuramente, forse per cause non dovute al destino.
Un uomo discreto e innamorato della poesia
Io di vista lo conoscevo da anni. Lo avevo notato, con occhio curioso e intento, questo uomo bassino, con l’eterno quaderno da scuola elementare sotto il braccio. Chiedeva di continuo libri al personale di palazzo Nicotera-Severisio, sede della biblioteca comunale. Poi si sedeva, come uno scolaretto, e scriveva su questo grande quaderno, con calligrafia elegante, d’altri tempi, appunti su appunti.
Mai avrei potuto immaginare che in Tonino Iacopetta, in questo uomo così normale, così discreto, così educato, si celasse invece uno dei più grandi esperti della poetica del nostro insigne poeta Franco Costabile, nonché un poeta lui stesso.
Eppure, prima di capire finalmente chi fosse, molte volte ho avuto l’impressione di aver già incrociato nella mia vita quel volto amichevole. Infatti ricordai che lo “conobbi” già da ragazzino, quando leggevo i suoi articoli sulla rivista “Storicittà” di cui mio nonno era un accanito lettore.
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L’ultimo incontro col professore
L’ultima volta che ho visto e ho potuto parlare con il professor Iacopetta è stato a fine novembre scorso. Mi ero messo in testa di acquistare almeno un libro di poesia del Costabile e, disperato, non riuscivo a trovarne nessuna copia nelle nostre librerie. Un pomeriggio capitai in biblioteca. Qui intravidi il professore intento come sempre a vergare il suo quaderno. Mi accostai a lui e chiesi umilmente lumi su dove reperire la poesia di Franco Costabile. Lui, col suo dialetto stretto, rustico e robusto, ma intriso di un innegabile amore autentico per la sua terra natia, mi invitò a sedergli accanto, per pochi minuti, e cominciò a spiegarmi il perché non trovassi materiale sul poeta. Quella conversazione durò un’ora. Fu per me un piacere immenso ascoltarlo, poiché lui dalla mia domanda iniziale divagò anche su altre informazioni, più personali, più inedite sul Costabile, raccontate come una innocente favola, che mi suscitò schiette e sincere risate. Prima di congedarmi da lui, mi invitò alla presentazione del suo ultimo libro di poesie Veloce sogno, che si sarebbe svolta da lì a breve. Entusiasticamente accettai, lasciandogli anche il mio recapito telefonico. Poi, per improrogabili impegni, non potei mantenere la promessa di essere presente. Mai mi pentii di non aver partecipato a un incontro letterario come quella volta. Circa due settimane fa, mentre gironzolavo in libreria alla ricerca di qualche novità, il libraio mi informò dell’incidente capitato al professore. Grande fu il mio sgomento e shock. Chiesi notizie sulle sue condizioni di salute e fui tranquillizzato dalla notizia che Tonino Iacopetta, seppur con difficoltà, si stava riprendendo. E fui lieto quando l’altro giorno, vidi una foto del professore sui social, seduto su un divano con i familiari e amici.
La notizia della sua morte ha scosso me e tutti coloro i quali lo stimavano e ammiravano per la tanta cultura che ha prodotto nella sua vita. Per altri ragazzi che come me cercano, con scarsi mezzi e nessuna attenzione, di produrre e diffondere cultura, la scomparsa del professor Tonino Iacopetta si prospetta come un immenso e ulteriore vuoto che si assomma alle altre scomparse recenti e non, di protagonisti della vita culturale della nostra città, e al contempo ci esorta a rafforzare la nostra ferrea e indomabile volontà di prendere il meglio della loro immensa eredità intellettuale, per scrivere ancora, come faceva lui sui quadernoni, altre pagine belle di idee, poesie, romanzi, storie, riflessioni, utili per stimolare la crescita non solo culturale, ma soprattutto etica e morale della nostra Lamezia Terme e della nostra regione.
M. S.