Intimidazione a don Stamile, reazioni di politici e associazioni
5 min di letturaL’inquietante minaccia rivolta a Cetraro (Cs) al referente regionale di Libera Calabria, don Ennio Stamile ha visibilmente scosso politici e associazioni che hanno subito manifestato vicinanza al sacerdote.
Ecco la Uil Calabria:
La Uil Calabria è vicina a don Ennio Stamile. La vile intimidazione cui è stato fatto oggetto non può lasciare il segno, non può fermare l’opera riformatrice e liberatrice di don Ennio Stamile e di Libera.
Al coordinatore regionale dell’associazione antimafia, che ha condiviso con Cgil e Uil l’appello per il lavoro lanciato il 16 novembre dall’agorà della Cittadella regionale, diciamo, senza tentennamenti, che siamo dalla sua parte e dalla parte di coloro che lavorano per cambiare il destino di una terra maltrattata, vilipesa e offesa da una criminalità organizzata becera e senza scrupoli.
Chi ha compiuto questo gesto ignobile e meschino, lo ha fatto nascondendosi nel buio, quelle stesse tenebre in cui, vorrebbe ricacciare l’intero territorio calabrese.
A costoro la Uil Calabria dice con chiarezza che non potranno mai averla vinta, che non riusciranno nel loro intento.
Allo Stato, invece, chiediamo uno sforzo straordinario di attenzione verso una terra che non può essere lasciata nelle mani di una isolata e violenta minoranza.
La democrazia, la legalità deve vincere e questa terra, finalmente libera da prepotenti e criminali, deve ripartire grazie allo sforzo dello Stato e degli uomini e donne calabresi che come don Ennio Stamile, sognano una terra libera dalla ndrangheta e dal malaffare.
Gli fa eco Avviso Pubblico:
L’inquietante minaccia rivolta a Cetraro (Cs) al referente regionale di Libera Calabria, don Ennio Stamile – una carcassa di capretto ritrovata sulla sua auto – è un chiaro messaggio mafioso, indirizzato a chi ogni giorno si impegna nell’opera di responsabilizzazione e sensibilizzazione delle giovani generazioni, un’attività che, come sosteneva Antonino Caponnetto, “taglia l’erba sotto i piedi della cultura mafiosa”.
“Esprimiamo tutta la nostra vicinanza e la nostra solidarietà a don Ennio Stamile, che già in passato ha ricevuto minacce per la sua attività di parroco, – ha dichiarato Maria Antonietta Sacco, Vicepresidente di Avviso Pubblico e Coordinatrice regionale per la Calabria – nella certezza che continuerà ad essere un punto di riferimento per chi diffonde la cultura della legalità sul nostro territorio e non solo.
In ogni occasione di incontro, con don Ennio, abbiamo riflettuto sulle problematiche che assillano la nostra regione ed abbiamo immaginato un percorso comune per cercare di risolverle, pertanto oggi più che mai abbiamo necessità di intensificare i rapporti di collaborazione e di confronto con tutti i calabresi che vogliono adoperarsi nella realizzazione di un cambiamento sostanziale della nostra terra.
Il compito di associazioni come Avviso Pubblico è anche quello di rilanciare il proprio impegno nel contrastare l’arroganza della cultura mafiosa, fungendo da scorta civica a tutti coloro i quali si impegnano quotidianamente in un territorio difficile come il nostro.
I fatti di Cetraro, come l’omicidio della signora Anna Rosa Tarantino a Bitonto, rappresentano l’ennesima conferma che non possiamo permetterci di abbassare la guardia nei territori d’origine delle mafie, in cui esse continuano a spargere il loro letale veleno. Come ha sottolineato don Luigi Ciotti, fondatore di Libera, ‘resistere vuol dire assumerci la nostra quota di responsabilità”.
L’intimidazione a don Ennio Stamile, rivoltagli mentre era a cena con il Sindaco di Cetraro Angelo Aita, è solo l’ultimo atto di minaccia consumato in ordine di tempo nel cosentino, la terza provincia più colpita dal fenomeno degli “Amministratori sotto tiro”, come censito dall’ultimo Rapporto di Avviso Pubblico.
Caritas Calabria:
Tutte le Caritas Diocesane Calabria esprimono solidarietà a Don Ennio Stamile, amico e parroco impegnato nel contrasto alla mafia, cosi Padre Valerio Di Trapani Delegato Regionale Caritas Calabria si è espresso appena appresa la notizia:
“Intimidire chi fa un lavoro prezioso, silenzioso e importante, intimidire chi si impegna, intimidire chi con la sua opera di evangelizzazione quotidianamente contrasta l’agire mafioso, è un atto vile e ignobile, che smuove le nostre coscienze e ci sprona a proseguire con tenacia il nostro cammino”.
Il convegno regionale Caritas, dove anche don Ennio è stato relatore, si intitolava “Non a parole ma con i Fatti”, è questo quello che anche noi quotidianamente proviamo a fare in tutte le Diocesi, è questo l’unico modo per fermare la mentalità mafiosa, per stare vicino e dar forza a chi si impegna cosi tanto.
Un impegno che la Caritas sta portando avanti è il progetto “Costruire Speranza”, un’esperienza che punta alla scoperta del territorio, l’utilizzo di buone prassi, al riuso di beni sequestrati alla criminalità trasformandoli in luoghi vivi ed accoglienti, utilizzo di Opere Segno come impegno tangibile di unione e contrasto all’agire mafioso.
Celeste Costantino (Liberi e Uguali):
La grave intimidazione contro Don Ennio Stamile, coordinatore regionale di Libera Calabria, ci porta un’altra volta a dover denunciare l’isolamento e l’abbandono in cui purtroppo tante realtà si trovano ad operare nel contrasto alla criminalità organizzata.
La politica istituzionale deve far sentire di più la propria voce nella battaglia contro la ‘ndrangheta e deve essere vicina alle personalità e alle esperienze che quotidianamente operano sui territori.
Lo afferma la deputata calabrese di Sinistra Italiana ed esponente di Liberi e Uguali Celeste Costantino, componente della commissione Antimafia.
A Don Ennio e a Libera va tutta la mia solidarietà, ma principalmente l’impegno a continuare a sollecitare, come ho fatto in questi anni in commissione parlamentare Antimafia, un’attenzione particolare nei confronti della Calabria che più di altre regioni soffre la presenza e il controllo del territorio da parte delle cosche, conclude Costantino.