Latino, alimento bio…
3 min di letturaSe solo potessimo praticare un buon biolab(oratorio)linguistico, avremmo una consapevolezza più matura delle nostre origini: dal terreno creativo tra cultura e coltura suonerebbe fiero, uno ed unito il rus verum barbarumque di un Marziale, uomo che, per assonanza, mi sa di extraterrestre, ma che, fortunatamente, marziano non è!
Ora, una delle più importanti fattorie biologiche del mondo antico era infatti la villa romana e non c’è da meravigliarsi se l’onomastica, allora, era un tutt’uno con l’arte del dissodare: i nomi dei Romani avevano spesso origine agreste, come ad esempio Agricola (da agricola, contadino), Fabius, Fabia, Fabullus, Fabulla (da faba, fava), Caepio (da caepa, cipolla), Cicero (da cicer, cece), Florus, Flora (da flos, fiore), Silvius, Silvia (da silva, selva), Viminius (da vimen, vimine), Vitellius (da vitellus, vitellino), Asinius (da asinus, asino), Ovidius (da ovis, pecora), Gracchus (da graculus, cornacchia), Catullus, Catulus (da catulus, cagnolino), Cornelius, Cornifius e Cornutus (da cornu, il corno, senza essere maliziosi sul senso ambiguo immediato), probabilmente, per evidenziare il dialogo nuziale tra Madre Natura e Villaggio umano (prima che fosse votato al cemento!).
L’essenziale era a portata di mano e meno invisibile agli occhi: oggi, invece, ciò che dovrebbe essere elementare, è ritenuto straordinario.
Roba Bio, parlando in punta di forchetta, e come ce ne saziamo!!! Tutta una novella, e per giunta sganciata dalla casa del nespolo! Pace all’anima di Verga!
Dov’è la nostra terra, quella che ha perpetuato la bellezza contadina, scolpendola persino nelle parole?
Suvvia, sgusciamo dai Classici una rieducazione al settore primario della nostra economia, senza far passare come privilegio ciò che la moda eco-compatibile etichetta come eccellente: ripartendo dal senso intimo delle parole, che non ci tradiscono mai, potremmo recuperare le nostre radici, nell’albero genealogico della nostra storia.
Occhio a questo seminato, e ne uscirà fuori la pubblicità del terzo millennio, ovvero Il latino che mangiamo, l’organic food della mente:
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- Delirare, da de + lirare (solco), significa uscire dal solco, e poiché questo viene tracciato in linea retta, anche uscire dalla linea retta. Da qui il significato metaforico di vaneggiare, che il termine esprime nella lingua italiana.
- Derivare, da de + rivus (corso d’acqua), significa togliere l’acqua dal suo corso, quindi trarre origine.
- Egregius, egregio, da e + grex (gregge), significa che è fuori dal gregge, cioè che si distingue rispetto all’ordinario.
- Homo, l’uomo, è un termine connesso con humus (terra) e, pertanto, significa, creatura terrena.
- Laetus, lieto, è derivativo di laetamen (letame); è evidente il riferimento ai campi, che se ben concimati diventano appunto laeti, cioè rigogliosi.
- Lis, la lite, voce relazionata a limes, limitis (limite, confine), spesso motivo di contrasti fra contadini.
- Pecunia, denaro, rapportato a pecus (bestiame), attesta l’antica consuetudine di effettuare i pagamenti con baratto del bestiame. La radice della parola è rimasta in termini come: “pecuniario” (sanzione o pena pecuniaria, cioè in denaro), “peculiare” ( acquistato col peculio, cioè proprio), “peculato” (appropriazione indebita del denaro pubblico).
- Peregrinari, pellegrinare; in italiano si riferisce in particolare a chi fa un “pellegrinaggio” come “pellegrino”. Il lemma, invece, deriva da per + ager (campo) e quindi significa, propriamente, andare per i campi.
Altro che Braccia strappate all’agricoltura: se mai, è un strappo alla regola sbracciarsi per fare altro. Earth, heart (ingl. terra, cuore): S(i)mile nello smile di una consonante che ora è capo e poi coda, un po’ come l’alfa e l’omega, il principio ed il fine cui siamo, da sempre, destinati.
Valorizzare la terra come bene prezioso, nel gesto piccolo di ognuno, è sorvegliare la Vita. Scelta di campo nei piccoli scampoli del quotidiano, basta poco!
Voglio andare a vivere in campagna (Totò Cutugno)….
O, senza estremismi, proviamo ad adottare un piccolo orticello!
Hortus, alla latina, è giardino!
Un Eden di ritorno da Adamo ed Eva della postmodernità.
Prof. Francesco Polopoli