Basketball Lamezia: Alfredo Lazzarotti in dieci domande
2 min readDieci domande per Alfredo Lazzarotti, protagonista gialloblu
Comunicato stampa:
Quando hai iniziato a giocare?
È passato davvero tanto tempo. Avevo solo 6 anni quando ho iniziato a giocare anche grazie alla passione trasmessa da mio padre con la Nuova Garden del prof. Mimmo Perri.
Ricordi il tuo esordio in un campionato senior?
Eh sì. Emozione indescrivibile! Palazzetto pieno, solo 15 anni, non ricordo bene contro quale squadra ma le immagini di quel giorno sono indelebili.
Il tuo mito cestistico?
Sicuramente Earvin detto “Magic” Johnson.
La tua squadra del cuore?
Ne ho due. Una è la squadra del cuore da sempre ma il pallone è diverso dalla nostra palla a spicchi. Il mio cuore è rossonero, sono cresciuto con il grande Milan mentre nel basket la mia squadra preferita è Cleveland.
Quale allenatore ti ha dato di più?
Senza togliere nulla a tutti gli allenatori passati da Lamezia e a quelli avuti a Cosenza, quello che mi ha trasmesso di più è sicuramente coach Damiano Ragusa.
La volta in cui sei stato più felice e quella meno?
La vittoria del campionato a Pianopoli è stata davvero una grande gioia, al termine di un biennio davvero favoloso che ha racchiuso anche una sconfitta bruciante in finale nel primo anno. I ricordi brutti purtroppo sono più che recenti, mi riferisco alla cavalcata dello scorso anno che si è spenta proprio un centimetro prima del traguardo a Fabriano.
Il giocatore in cui ti rispecchi di più?
Non penso di ispirarmi a qualcuno in particolare.
Se avessi la bacchetta magica in chi ti vorresti trasformare?
Al momento sicuramente nell’assistente di Gregg Popovich coach dei San Antonio Spurs in NBA, un vero genio della pallacanestro.
La tua miglior qualità e il tuo peggior difetto in campo?
Iniziando dai difetti, tantissimi per fortuna la generosità e il mettermi sempre a servizio della squadra hanno colmato i miei tanti difetti negli anni.
Il tuo rito scaramantico prima di ogni partita?
Anche in questo campo sono tantissimi. Dalla canzone preferita al calzino, dalla maglia all’uscita dallo spogliatoio per finire con il cinque ai compagni.