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Lombardo: non vedrò film Ridley Scott, ridicolizza magistrati italiani

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Giuseppe Lombardo

Giuseppe Lombardo

Non ho visto il film e non lo vedrò. Come non ho mai visto le decine di fiction che parlano di mafia.

Giuseppe Lombardo - ridley scott
Giuseppe Lombardo

Comunicato Stampa
Non accetto che il fenomeno mafioso venga raccontato come un modello vincente o pseudo tale in grado di ridicolizzare l’imponente lavoro di contrasto alle mafie che l’Italia ha fatto, come nessuno nel mondo, sacrificando centinaia di uomini tra magistrati ed appartenenti alle forze dell’ordine.
Non è ormai un caso isolato, visto che la filmografia è da anni sbilanciata a favore del mafioso che, anche quando è un riconosciuto assassino, un pericoloso destabilizzatore o il protagonista di operazioni eversive ed antidemocratiche, viene dipinto come soggetto forte, aggregante, in grado di contrapporre con successo il suo modello di azione criminale alla forza repressiva dello Stato.
Non è accettabile tutto questo, neanche secondo logiche di puro mercato che tendano a privilegiare gli indici di ascolto. I ragazzi che accedono a questi contenuti spessissimo non conoscono i reali confini delle vicende raccontate al cinema o in televisione.
Vengono esposti così ad una formazione fuorviante che ne mina profondamente la scala di valori a cui dovrebbe essere ispirato il loro percorso di crescita.
La ‘Ndrangheta è l’esempio lampante di quanto dico. Per decenni è stata raccontata come una banda di straccioni, mentre in quegli stessi anni conquistava lo scenario internazionale con una struttura tentacolare così ampia da non avere confini.
Non raccontandone le gesta, o minimizzandone la forza, ne è stato favorito l’inabissamento, a cui è conseguito uno strapotere criminale che da anni è arginato con particolare forza e determinazione.
Se la narrazione cinematografica non può fare a meno di ispirarsi alla realtà, che si trovi il coraggio di riconoscere i meriti di chi le mafie le ha combattute e le combatte da anni, ottenendo risultati straordinari di cui nessuno parla più.
Perché l’Italia non è una nazione di mafiosi.
Siamo i primi e i più autorevoli nel contrasto alle mafie nel mondo”.
Lo ha dichiarato Giuseppe Lombardo, procuratore aggiunto della DDA di Reggio Calabria, in una lettera inviata al massmediologo Klaus Davi che l’ha resa nota.

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