Italia Nostra lamenta abbandono e degrado della città di Lamezia Terme
2 min di lettura«Come abbiamo già fatto, rilanciamo un forte appello ai nuovi amministratori, la terna commissariale, affinché diano slancio e vigore ad una terra tanto bella quanto abbandonata».
È l’esortazione che “Italia Nostra”, presieduta da Giuseppe Gigliotti, rivolge a tre commissari, da poco tempo alla guida della città di Lamezia Terme, bisognosa di cure ed attenzione per lo stato di degrado in cui versa.
«L’abbandono regna sovrano. Incuria e degrado prevalgono» rileva il presidente di “Italia Nostra”.
«Come – continua – si può fare finta di nulla di fronte, tanto per fare un esempio, all’abbandono della villa comunale che si trova di fronte alla Cattedrale sul Corso Numistrano?
Li dove c’era una bella ed importante fontana, ora non c’è più. È forse in riparazione? Cosa si aspetta a rimetterla al posto che le è naturale?».
Le dure osservazioni del presidente Gigliotti sottolineano le attuali condizioni della città di Lamezia, centro propulsore della Calabria, diventata negli ultimi anni addirittura marginale «grazie ai buoni amministratori locali e regionali», eppure è dotata di tante potenzialità che potrebbero essere motivo di sviluppo e grande rilancio.
Basta pensare alla centralità della posizione geografica che non rappresenta affatto un elemento secondario e alle sue bellezze naturali e ai suoi beni culturali quali il Castello Svevo, l’Abbazia Benedettina, Terina, le Terme che le persone dovrebbero apprezzare e valorizzare.
Indubbiamente «è una terra – afferma il presidente – di forti contraddizioni, con migliaia di emigranti, con tanti giovani che partono e non ritornano ed è ricca di un patrimonio culturale, storico e archeologico oltre che paesaggistico ma, purtroppo, lasciato a se stesso, abbandonato,ignorato, maltrattato da chi avrebbe dovuto averne cura e rispetto».
Con il tempo il territorio si è depauperato di buona parte del suo tessuto produttivo e di un fiorente commercio nonostante possegga – secondo il presidente – «ricchezze inestimabili che vanno dall’agricoltura ai beni storici di grande importanza in quanto potrebbero essere la leva di un nuovo sviluppo».
Richiamando il concetto della «bellezza che ci salverà dovremo fare – sostiene il presidente – molta fatica non perché il buon Dio non abbia avuto un occhio di riguardo verso i lametini, ma perché avere un bene, una ricchezza di grande pregio e valore e non conoscerne il significato richiama la frase sempre attuale del Vangelo nella quale si sostiene che è come dare perle ai porci».
Lina Latelli Nucifero