Il drammatico e realistico Un borghese piccolo piccolo al Grandinetti
3 min di letturaLa regia di Fabrizio Coniglio ha portato in scena al teatro Grandinetti di Lamezia Terme Un borghese piccolo piccolo, uno specchio della società italiana, una storia sempre attuale che, con uno sfondo tragicomico, mette in evidenza tutte le meschinità dell’animo umano.
Il personaggio dell’introspettivo Giovanni Vivaldi, nato dalla penna dello scrittore e sceneggiatore Vincenzo Cerami (1940-2013), è interpretato da Massimo Dapporto, nato come attore teatrale prima di conquistare la fama nazionale con il grande e piccolo schermo grazie a film come Soldati – 365 all’alba e le serie Amico mio e Distretto di polizia.
La trama di Un borghese piccolo piccolo
Giovanni e Amalia (Susanna Marcomeni) decidono di dare uno scossone alla loro insipida vita piccolo borghese ricorrendo a una raccomandazione per far vincere a Mario (Matteo Francomano), il loro unico figlio, un concorso al ministero. Il loro scopo, oramai giunti all’età pensionabile, è quello di assicurare un futuro sereno a Mario. La chiave per riuscire nel loro illecito intento è l’ingresso di Giovanni nella massoneria.
L’entrata a far parte della loggia porterà a Giovanni le risposte esatte del concorso, ma il tragico accidente è dietro l’angolo: diretti al ministero il giorno dell’esame, Giovanni e Mario si ritrovano coinvolti in una sparatoria. Un proiettile colpirà mortalmente Mario, sconvolgendo tutti i progetti della famiglia Vivaldi.
Lo shock è tremendo per Giovanni che nel suo subconscio comincia a meditare vendetta. Ancor più per Amalia che diverrà un vegetale. L’assassino di Mario verrà rintracciato dalle forze dell’ordine, ma Giovanni farà finta di non riconoscerlo lasciando incredibilmente libero l’uomo colpevole della morte del suo adorato figlio. In realtà la mente di Giovanni è annebbiata dal bisogno di vendetta, ma sotto forma di tremenda giustizia personale. Giovanni rapirà l’assassino di Mario e lo torturerà per giorni fino a provocarne una morte lenta e dolorosa. La vendetta è portata a termine, ma il senso di frustrazione dell’uomo, che ha provato senza risultati a sfidare il suo grigio destino, ritornerà più avvilente che mai dato che anche sua moglie Amalia morirà.
Un terrificante ritratto degli italiani
Applausi per Massimo Dapporto e tutti gli altri interpreti dell’opera. Un borghese piccolo piccolo è un terrificante per quanto realistico ritratto dell’Italia e degli italiani. Una grottesca e aspra rappresentazione dell’inappagamento del ceto piccolo borghese, che non può che rimanere tale anche dinanzi ai tentativi di elevare il proprio status sociale. Spettacolo sempre attuale e che mette in guardia dal ricorrere alle raccomandazioni per avere dei vantaggi e migliorare la propria posizione nella scala sociale. Un’utopia per un uomo che non può raggirare il proprio destino.
La stagione teatrale di AMA Calabria prosegue martedì 30 gennaio con la commedia L’anatra all’arancia con la regia di Luca Barbareschi.
Antonio Pagliuso