Gioielli familiari
3 min di letturaCornelia, Gracchorum mater, cum Campana matrona apud illam hospita ornamenta sua pulcherima illius saeculi ostenderet, traxit eam sermone, donec e schola redirent liberi et:«haec, inquit, ornamenta sunt mea».
Trad.: Cornelia, la madre dei Gracchi, trattenne in chiacchiere una matrona campana che, venuta in visita, le mostrava i suoi monili, i più belli del tempo, finché non ritornarono i figli da scuola. Allora disse:«Questi sono i miei gioielli!».
Il tesoro più prezioso per una matrona, cioè per una moglie, è quello filiale: eppure non tutte le donne dovevano pensarla come la figlia di Scipione L’Africano, dal momento che a più riprese, i censori ritennero opportuno prendere misure e provvedimenti contro i consumi femminili.
Le leggi suntuarie (da sumptus,«lusso») cercarono, per lo più inutilmente, di limitare lo sfarzo con cui le donne si vestivano e si adornavano. Plinio il Vecchio descrive, ad esempio, Lollia Paolina con un tocco di riprovazione, perché “ricoperta di smeraldi e perle, con preziosi risplendenti sulla testa, nei capelli, sul collo, alle orecchie e alle dita” (Storia Naturale);
Petronio, invece, con un pizzico di humour, dice “Fortunata si tolse le armille dalle sue braccia grassissime per mostrarle all’ammirazione di Scintilla.
Alla fine si tolse anche i cerchi dalle caviglie e la reticella d’oro dai capelli” (Satyricon, LXVII). Cornelia, per fortuna, non è questo, Unicuique suum (A ciascuno il suo), come dice, d’altronde, un adagio latino: suum, non Tuum, quella è la firma di una nota gioielleria pubblicitaria, mentre per lei la vera caratura è quella somma inesauribile di valori, incarnati nel proprio nido domestico, il suo!
Genitori e figli, come nastro di partenza sociale, ecco la sua filosofia: più vite per affermare una verità inviolabile che è una, in un ideale comunionale che sa di composizione, anche quando il tetto è fumante di mille idee.
Una lezione sempre aperta al presente, come Memento, dal cascame della storia romana, privata e pubblica.
Dovremmo rammentarlo sempre sulla scia di questo exemplum: il valore della famiglia è un buono fruttifero in senso aggettivale ed augurale, buono e fruttifero, oltre che assicurativo.
Una politica che non sostiene la famiglia gracchia ma non è gracchiana, nella visione di quella donna.
In nome della madre, felice romanzo di Erri De Luca, è il senso di tutta una direzione da imboccare: tutto uno sviluppo ad alta quota (rosa), a parer mio!
Prof. Francesco Polopoli