Le parole di Oriana
2 min di letturaGli studenti del Liceo Classico “Francesco Fiorentino” di Lamezia Terme, unitamente agli allievi dei licei lametini, hanno preso parte allo spettacolo Le parole di Oriana, che si è tenuto presso il Teatro Grandinetti e che è stato a loro rivolto, in anteprima, dall’AMA Calabria, nell’ambito degli appuntamenti previsti per la corrente stagione teatrale.
Lo spettacolo, portato in scena da Maria Rosaria Omaggio, è dedicato ad Oriana Fallaci, giornalista e scrittrice italiana. Maria Rosaria Omaggio ha raccontato la vita della Fallaci con un montaggio delle sue parole, testualmente tratte dai suoi tanti scritti, con l’inconfondibile stile sempre narrato in prima persona.
E’ emerso il ritratto di una donna dalla personalità imprevedibile e complessa, ovvero una donna straordinaria al tempo stesso generosa ed egocentrica, aggressiva e fragile, cupa e ironicamente toscana, timida e indomita.
I testi sono stati esaltati dai brani eseguiti al pianoforte da Cristina Pegoraro, pianista di fama internazionale, che ha scelto brani classici amati dalla Fallaci e sue composizioni originali arrangiate per lo spettacolo.
I racconti sono stati scanditi anche con materiale multimediale, sequenze fotografiche e video, che hanno fatto cogliere le tante sfaccettature della infaticabile attività giornalistica e letteraria di Oriana Fallaci.
Lo spettacolo ha offerto agli spettatori l’occasione di capire cosa ha detto Oriana, nonché di comprendere la natura intima delle sue scelte.
Oriana Fallaci (1929-2006) è definita “uno degli autori più letti e più amati del mondo”. Ha intervistato i grandi della Terra e come corrispondente di guerra ha seguito i conflitti più importanti del nostro tempo, dal Vietnam al Medio Oriente.
I suoi libri, per citarne alcuni “Lettera ad un bambino mai nato”, “Un uomo”, “Un cappello pieno di ciliege”, sono stati tradotti in tutto il mondo.
Ad oltre dieci anni dalla sua scomparsa le sue profetiche dichiarazioni continuano a far discutere. A Lei il merito dell’indipendenza del pensiero.
Vittoria Campanozzi
Classe V B
Liceo Classico Francesco Fiorentino