La gente che ha rovinato il mondo ha la cravatta, non i tatuaggi..
4 min di letturaE questo tatuaggio era stato opera di un defunto veggente e profeta della sua isola, che con quei geroglifici gli aveva tracciato addosso una teoria completa dei cieli e della terra, e un trattato misterioso sull’arte di raggiungere la verità.
Sicché Queequeg era nella sua stessa persona un enigma da sciogliere, un’opera meravigliosa in un solo volume, ma i cui misteri neanche lui sapeva leggere, per quanto pulsassero con gli stessi battiti del suo cuore: questi misteri erano perciò destinati a sgretolarsi alla fine assieme alla viva pergamena su cui erano tracciati, e così a restare insoluti per sempre.
(Herman Melville, Moby Dick)
I tatuaggi fanno parte di una cultura letteraria che solleva dalle discriminazioni di chi storce il naso per chi ne mostra belli, grandi e ben in vista.
Se facciamo un passo indietro, poi, possiamo renderci conto che già al tempo dei Romani ricevevano le stigmae schiavi, gladiatori e criminali, senza voler, con questo, etichettare il fenomeno come costume marginale, perché allora non era per nulla stimmatizzato negativamente.
Se è vero come è vero che un’incisione veniva inflitta a chi infrangeva la legge (ai disertori, ad esempio, veniva marchiata a fuoco la lettera “F” di fuggitivo, in modo che chiunque la vedesse potesse rendersi conto del grande disonore che ricopriva la persona) è altrettanto accertato che i legionari erano soliti tatuare il nome della legione o il simbolo che li contraddistingueva nella sigla più identitaria della Res publica: SPQR.
Insomma, un credo inciso sulla pelle! Volto escluso, però, per ordine dell’imperatore di Costantino, che lo immunizzava, per interezza, poichè ad immagine e somiglianza di Dio!
Detto ciò, per passare all’attualità, da internauta, scopro ora che ci sono giovanissimi estimatori di frasi classiche pronte all’uso epidermico: e le statistiche sono piuttosto copiose al riguardo. Vediamole:
Alis volat propriis
Vola con le tue ali
(Detto latino)
Audentes fortuna iuvat
La fortuna aiuta gli audaci
(Virgilio)
Carpe diem
Cogli l’attimo – Approfitta dell’oggi – Vivi il presente
(Orazio)
Dilige et quod vis fac
Ama e fa’ ciò che vuoi
(Agostino d’Ippona)
Dum spiro, spero
Finché respiro, spero
(Cicerone)
Effugere non potes necessitates, potes vincere
Non puoi sfuggire al destino, puoi solo vincerlo
(Seneca)
Faber est suae quisque fortunae
Ognuno è artefice del proprio destino
(Appio Claudio)
Fata viam invenient
Il fato troverà la via
(Virgilio)
Frangar, non flectar
Mi spezzo, ma non mi piego
(Detto latino)
Gutta cavat lapidem
La goccia scava la pietra
(Detto latino)
Memento audere semper
Ricorda di osare sempre
(Gabriele D’Annunzio)
Nec sine te nec tecum vivere possum
Né con te posso vivere né senza di te
(Ovidio)
Nihil difficile amanti
Nulla è difficile per chi ama
(Cicerone)
Nunquam deorsum
Mai in basso
(Gabriele D’Annunzio)
Non omnia possumus omnes
Non tutti possiamo ogni cosa
(Virgilio)
Numquam periclum sine periclo vincitur
Il pericolo non si vince mai senza pericolo
(Publilio Siro)
Omnia fert aetas
Tutto porta via il tempo
(Virgilio)
Omnia munda mundis
Tutto è puro per i puri
(Paolo di Tarso)
Omnia vincit Amor
L’amore vince tutto
(in uso anche la versione: Amor vincit omnia)
(Virgilio)
Per aspera sic itur ad astra
(Attraverso le asperità alle stelle)
Detto latino
Perfer et obdura
(Sopporta e persevera)
Detto latino
Primum vivere, deinde philosophari
Prima vivere, poi filosofare
(Detto latino attribuito a Thomas Hobbes)
Sic itur ad astra
Così si sale alle stelle
(Virgilio)
Sors est sua cuique ferenda
Ciascuno ha da sopportare pazientemente la sua sorte
(Marco Manilio)
Spes sibi quisque
Ciascuno sia speranza a sé stesso
(Virgilio)
Stat sua cuique dies
A ciascuno è fissato il suo giorno
(Virgilio)
Trahit sua quemque voluptas
Ognuno è tratto dal suo piacere
(Virgilio)
Usque ad finem
Fino alla fine
(Detto latino)
Vanitas vanitatum, et omnia vanitas
Vanità delle vanità e tutto è vanità
(Ecclesiaste)
(Tante firme d’autore secondo l’assunto che ogni tatuaggio che si ha dica la sua su ciò che si è: un Essere ed avere di Erich Fromm a pelle, più che portata di mano!)
Ora se tanto mi da tanto, mi accontento anche di questo, pur di vedere il Latinorum, vivo e vegeto addosso a qualcuno.
Si inizia così, da piccoli segni…
Speremus…che è il congiuntivo esortativo di sperare e non di sparire, se non ci spara qualcuno, come ultimi locutori!
Prof. Francesco Polopoli