Wilma Montesi, uno scandalo italiano
4 min di letturaLa mattina dell’11 aprile 1953 sulla spiaggia di Torvajanica viene ritrovato il corpo di una giovane ragazza. Scoppia il caso Wilma Montesi, il primo scandalo dell’Italia repubblicana.
Corre l’anno 1953. L’Italia è un paese che legge i fotoromanzi, ascolta la radio e va al cinematografo, cerca il divertimento con lo scopo di dimenticare la guerra e lasciarsi definitivamente alle spalle tutte le sofferenze del decennio precedente. Quella dei primi mesi del 1953 è una Italia in piena campagna elettorale, con le elezioni politiche previste per il 7 giugno.
È sabato 11 aprile 1953, la vigilia di Pasqua, quando succede un fatto destinato a sconvolgere il paese. Sono da poco passate le 7 del mattino e un giovane muratore passeggia intorno alla spiaggia di Torvajanica, località Zingarini. L’uomo nota sul bagnasciuga una strana massa scura. Quello che in lontananza viene scambiato per un cumulo di vestiti in realtà è il corpo di una donna. Il suo nome è Wilma Montesi.
Chi era Wilma Montesi?
In quel 1953 Wilma Montesi ha ventun anni, è una ragazza abbastanza alta e formosa, una che non passa certo inosservata. Wilma è una ragazza moderna e intraprendente, una delle poche che in quegli anni esce da sola di casa e fa ritorno quando sono già calate le tenebre. La giovane ha un fidanzato poliziotto di stanza a Potenza con il quale da qualche tempo parla di un prossimo matrimonio. Wilma scompare da casa dei genitori il pomeriggio del 9 aprile.
Come abbiamo visto il corpo di Wilma Montesi viene ritrovato due giorni dopo nei pressi della risacca della spiaggia, a faccia in giù, coperto da un cappotto. Wilma ha le gambe nude, senza calze né scarpe.
Qualche giorno dopo una ragazza comunica di aver visto Wilma Montesi il 9 aprile su un treno diretto a Ostia, tesi confermata anche dalla sorella Ida che asserisce l’intenzione di Wilma di andare a Ostia per fare un pediluvio a causa di un fastidioso eczema al tallone.
Le prime indagini appaiono chiare: la ragazza si sarebbe sentita male sulla spiaggia di Ostia, sarebbe caduta in acqua priva di sensi annegando e poi, accompagnata dalle correnti del mare, sarebbe riemersa sulla spiaggia di Torvajanica, a circa venti chilometri di distanza. Sul finire dello stesso anno la procura chiede l’archiviazione del caso.
Scoppia lo scandalo Montesi
Etichettato come un tragico incidente, un decesso accidentale, la morte di Wilma Montesi diventa presto però uno scandalo nazionale.
Iniziano a girare strane voci su quel caso. La bomba esplode sui quotidiani. Sul giornale “Roma” appare un articolo nel quale si afferma che Wilma Montesi sarebbe stata vista in località Capocotta in compagnia del figlio di una nota personalità italiana. Il giornalista e direttore dell’”Attualità” Silvano Muto scrive di una indagine che riguarda una tenuta di caccia di Capocotta dove si organizzerebbero festini a base di alcol, orge e droga. L’articolo è intitolato La verità sulla morte di Wilma Montesi.
A questo punto, a dare credito alle parole di Muto, entra in scena Anna Maria Moneta Caglio. La ragazza, un’aspirante donna di spettacolo, una vedette come si usava dire in quegli anni, conferma che Wilma avrebbe partecipato a una festa organizzata in una tenuta di Capocotta. La Moneta Caglio, che diverrà celebre sui giornali col nome di Cigno nero, dice che gli organizzatori di quelle feste sono il marchese Ugo Montagna, suo ex fidanzato e ambiguo personaggio del sottogoverno, e Piero Piccioni, viveur romano, fidanzato dell’attrice Alida Valli ma soprattutto, figlio di Attilio Piccioni, uomo di punta della Democrazia Cristiana, indicato da molti come il possibile successore del Presidente del Consiglio Alcide De Gasperi.
La ragazza sostiene che Wilma avrebbe accusato un malore durante uno dei questi lascivi conviti e sarebbe stata poi abbandonata in fin di vita da Piccioni e Montagna sulla spiaggia di Torvajanica.
Il caso Montesi esplode in tutta la sua forza. Parte un processo che mina la stabilità del governo con i comunisti che, cavalcando l’onda dello scandalo, attaccano aspramente gli esponenti della DC. Attilio Piccioni si dimette e la sua carriera politica finirà. Nel settembre 1954 Piero Piccioni e Ugo Montagna vengono arrestati e viene indagato anche l’ex questore di Roma Saverio Polito per depistaggio delle indagini.
Il caso implode
Contro gli accusati però non esiste alcuna prova tangibile. Così come era esplosa, la bomba del caso Montesi si ritira presto e tutti gli imputati verranno assolti con formula piena. La morte della giovane donna non ha alcun colpevole.
Tuttora, a sessantacinque anni di distanza, il caso Montesi ha molti punti oscuri e nessun colpevole. Esiste soltanto una certezza: Wilma Montesi non morì per un pediluvio sulla spiaggia di Ostia.
Antonio Pagliuso