I fratelli Cerminara, gli ultimi strilloni di Nicastro
3 min di letturaGiornali sotto braccio e notizie principali urlate per aria: i fratelli Cerminara (Francesco, Pasquale e Giovanni) sono stati gli ultimi strilloni dell’ex comune di Nicastro.
Il dizionario della lingua italiana Sabatini Coletti alla voce strillone recita: «Chi, un tempo, vendeva giornali per le strade, gridando le principali notizie per attirare l’attenzione dei passanti».
Questi erano gli strilloni, solitamente giovani ragazzi che portavano sotto braccio i vari quotidiani che oggi troviamo impilati nelle edicole. La transazione infatti avveniva con il venditore che andava incontro al compratore e non viceversa.
Tre fratelli furono gli ultimi strilloni di Nicastro: i fratelli Francesco, Giovanni e Pasquale Cerminara.
Tre generazioni di giornalai
Abbiamo parlato con Domenico e Giuseppe Cerminara, figli di Pasquale Cerminara, edicolanti delle contigue corso Numistrano e piazza Giorgio Feroleto. Ci hanno raccontato che la loro è la terza generazione di giornalai.
Il primo a intraprendere questo mestiere fu il nonno Domenico Cerminara, strillone un secolo fa, durante il Ventennio, settimo degli otto figli di Agostino e Rosa Luzzo.
A lui susseguirono i figli Francesco (detto Baffone per il distintivo paio di baffi che sfoggiava, padre di Angelina e nonno di Stefano Pujia, edicolante di piazza d’armi), Pasquale e Giovanni, proprietari nei primi anni 70 delle prime edicole a posto fisso di Nicastro.
La giornata degli strilloni
Domenico e Giuseppe, eredi della storica famiglia di giornalai, ci hanno esposto la giornata tipo dei loro congiunti. Gli strilloni si recavano ogni giorno alla stazione di Nicastro dove arrivavano i pacchi con i quotidiani. Ne prendevano quanto possibile e sotto braccio cominciavano a venderli per tutto l’ex comune.
Si lavorava per tutto il giorno: dalla mattina con i giornali che arrivavano alle prime luci dell’alba, fino alla sera con i quotidiani che venivano recapitati soltanto nel pomeriggio. Dall’aurora al tramonto i ragazzi percorrevano in lungo e in largo le vie di Nicastro sciorinando a gran voce le principali notizie della giornata.
Le urla dei giovani strilloni, talvolta canzonatori, diventavano dei veri e propri motti, come ci ha riferito Domenico Cerminara. Suo zio Francesco, ad esempio, era uso urlare, per attirare la curiosità dei passanti, la frase: «Hanno ammazzato Ninetto I, un uomo alto, basso, robusto, capelli castani, naso grande…».
Una carica di allegria e umorismo che, chiacchierando con i contemporanei Domenico e Giuseppe Cerminara, si intuisce occupino oggi come allora una grossa quantità nel Dna della famiglia Cerminara.
I nuovi fratelli Cerminara
L’epoca degli strilloni tramontò con l’inizio degli anni 70, ma non quella dei Cerminara.
La dinastia di giornalai ha valicato la fine del Novecento arrivando ai giorni nostri con Domenico e Giuseppe – non solo semplici edicolanti ma autentiche figure facenti parti della stessa vita sociale lametina – che portano avanti la tradizione familiare a dispetto delle tecnologie, dei giornali online e dei social media che sempre più spingono verso le retrovie la stoica armata della carta stampata.
Antonio Pagliuso
Foto gentilmente offerte da Domenico Cerminara e Giuseppe Cerminara