Al giudice Romano De Grazia il riconoscimento Federico II del Lions Club
3 min di letturaLAMEZIA. Al giudice lametino Romano De Grazia, magistrato e già presidente onorario aggiunto della Corte di Cassazione, il Lions Club ha conferito il riconoscimento “Federico II”.
La cerimonia si è tenuta al teatro Grandinetti, a condurre la serata la giornalista Ketty Riolo che ha intavolato un’amabile conversazione col magistrato, autore della legge Lazzati contro il voto di scambio.
“Il riconoscimento Federico II –ha spiegato Gianni Garofalo, presidente lametino del Lions Club – nasce per dare risalto e attenzione al lavoro svolto con passione e sacrificio da concittadini lametini, che si sono distinti nel panorama nazionale ed internazionale.
Nello specifico, il riconoscimento a Romano De Grazia – ha sottolineato Garofalo – non vuole essere un premio, ma solo un dovuto atto di stima verso i traguardi raggiunti con il suo lavoro di magistrato. In realtà, è lui che premia noi con quello che ha fatto, il suo operato indica una giusta strada da seguire per le generazioni future”.
Conversando con Ketty Riolo De Grazia ha ripercorso la sua vita spesa per difendere il diritto e la legalità. Il magistrato ha spiegato perché ha voluto elaborare la legge Lazzati, una normativa nata all’indomani delle stragi di Capaci e di via D’Amelio. “Dopo gli assassini di Falcone e Borsellino – ha commentato – mi sono detto che dovevo fare qualcosa per ridare speranza alla nostra gente.
Avevo capito che c’era un anello debole da bloccare, appunto il voto di scambio”. La legge Lazzati ha impiegato vent’anni per essere approvata dal Parlamento; inoltre, a conclusione dell’iter, la normativa è stata anche stravolta.
“Mi sono sentito tradito – ha confessato De Grazia – quando ho visto che la mia legge era stata riveduta e corretta. E’ successo questo perché evidentemente non si riesce a fare a meno di un certo bacino di voti. In ogni caso la legge serve a fermare il voto di scambio e quindi a evitare gli scioglimenti per mafia delle amministrazioni locali”.
Il giudice ha parlato della sua instancabile battaglia per far conoscere la sua legge, delle sue candidature a consigliere comunale nei comuni siciliani e calabresi sciolti per infiltrazioni mafiose.
Un impegno continuo e costante che ha avuto sempre presente il pensiero di Giuseppe Lazzati, professore di letteratura cristiana il quale diceva che “non c’è giustizia senza legalità e non c’è legalità senza solidarietà”.
Al termine della sua appassionata intervista, il pubblico del Grandinetti ha omaggiato il giudice De Grazia con una lunga standing ovation.