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Pd torni a essere protagonista, lo chiede il segretario provinciale Gianluca Cuda

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Cuda: infondere un nuovo orgoglio nei militanti pd

CATANZARO. Alla luce dei risultati elettorali del 4 marzo, il pd si è ritrovato a dover fare i conti con una realtà che non lo vede più nelle vesti di primo partito d’Italia. Sul punto si sono espressi molti leader del centrosinistra e non da meno ha fatto l’area calabrese dei democratici.

Al termine dell’assemblea generale, sospesa fino al prossimo 4 aprile, è il segretario Pd della federazione provinciale di Catanzaro, Gianluca Cuda a prendere la parola analizzando la situazione attuale nella prospettiva di una ripresa del partito che guardi al futuro. Il parere di Cuda è che il Pd debba concentrarsi preliminarmente su un nuovo progetto politico e programmatico delineando così un percorso differente rispetto a quello intrapreso finora.  Sarà pertanto opportuno “indicare le forme e le modalità attraverso cui sviluppare un intenso confronto politico e culturale. Dobbiamo puntare a rimotivare la passione e l’entusiasmo del nostro popolo”.

Come fare? Ebbene, il parere di Cuda è che un rilancio sarà possibile solo “se solleciteremo l’orgoglio e la fierezza dei dirigenti e dei militanti del Pd di essere i protagonisti di una stagione nuova democratica e progressista in alternativa alla becera propaganda populista. Al centro del progetto da definire al Congresso va posta l’attenzione verso un Mezzogiorno d’Italia che da area depressa e svantaggiata dovrà diventare una opportunità per una Europa che non deve avere paura e proteggersi dal Mediterraneo ma che di questo mare dovrà fare la risorsa principale per aumentare il prestigio e la propria forza nelle relazioni e negli scambi intercontinentali”.

Il ruolo della Calabria e del pd regionale, a parere di Gianluca Cuda, sarà quindi decisivo. «Come Pd calabrese dobbiamo avere l’ambizione di candidare la nostra regione ad essere una piattaforma avanzata al servizio di questo obiettivo. Ha ragione chi sostiene che il rilancio e la funzione del Pd siano indissolubilmente legati alla restituzione della speranza e del riscatto del futuro delle famiglie e dei giovani calabresi. La Calabria può farcela e può, nel medio periodo, raggiungere livelli di crescita significativi solo se la sua classe dirigente sarà in grado di interpretare questa ambizione». E in riferimento all’operato della giunta regionale e di Oliverio, nello specifico, il segretario provinciale del pd chiarisce di condividere in pieno gli sforzi compiuti, in quanto la strategia messa in cantiere è coerente con l’obiettivo di ripresa del pd. Tuttavia i risultati elettorali impongono “un radicale cambiamento di marcia che sia in linea con la richiesta di rottura espressa dell’elettorato. Rendere la Calabria meno periferica, dare risposte al forte disagio sociale, fare della Zona economica speciale il motore di una forte ed intensa crescita produttiva, puntare sulla formazione delle nuove competenze che richiede oggi il mercato del lavoro sono le precondizioni per creare nuova occupazione e sviluppo sociale”. Ciò significa che il pd è chiamato a dimostrare il coraggio e soprattutto la capacità “di far pronunciare da subito i calabresi sulla necessità che tale progetto sia portato a compimento.  Il congresso del Pd calabrese deve interrogarsi su come evitare che alle prossime elezioni regionali possa ripetersi quanto abbiamo registrato alle recenti elezioni politiche. Bisogna evitare che si riproponga la dicotomia tra l’esito elettorale, che ha sancito la disfatta del Pd nel Sud d’Italia, e il riconoscimento del buon lavoro fatto dai governi Renzi-Gentiloni. Sebbene, nel lavoro dei Governi nazionali uscenti, non siano mancati errori e sottovalutazioni delle realtà, puntualmente puniti con un voto contro diffuso da nord a sud”. Questa è, quindi, l’unica strada percorribile non solo per riportare il pd in sintonia con gli elettori, nella fattispecie quelli calabresi, ma anche per dare compimento e consistenza al ciclo di buon governo avviato da Oliverio.

In definitiva, Gianluca Cuda auspica che “che al congresso regionale del Pd i gruppi dirigenti si misurino e si confrontino su questo terreno. Sarebbe deleterio se prevalesse invece la logica dei posizionamenti interni finalizzati esclusivamente ai nominalismi sia per la formazione dei nuovi organismi di direzione politica del partito che per la selezione delle candidature alle prossime elezioni europee e regionali”.

Redazione

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