Coldiretti, Sila e transumanza: la doppia candidatura Unesco 2019
3 min di letturaMolinaro (Coldiretti): su Sila e transumanza si lavori con impegni concreti
CATANZARO. La Sila, uno dei tesori naturali della nostra regione, è protagonista in questi giorni di due importanti candidature: da un lato, è candidata per l’Italia alla Lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO per il 2019; dall’altro, in merito alla transumanza, è candidata come patrimonio immateriale.
Due notizie, queste, che non solo inorgogliscono la regione, ma si fanno carico di benefici materiali e immateriali molto più ampi che travalicano la Sila stessa. A incarnare la soddisfazione, mista alla consapevolezza che si deve lavorare ancora è Pietro Molinaro, presidente di Coldiretti Calabria, il quale ha sottolineato che queste due novità devono essere accompagnate “da impegni concreti (vedi strategia aree interne) perché tali riconoscimenti incidono notevolmente su fenomeni sociali, economici e culturali”.
Soffermandosi sulla questione della transumanza in Sila, Molinaro ha ricordato che “se lo ‘statuto della bellezza’ è stato scritto nella Sila e se la catena montuosa ha l’aria più pura del mondo, la transumanza è stata ed ancora è la spina dorsale di molta parte dell’economia e la più importante forma di allevamento itinerante della regione che ha lasciato tracce indelebili e durevoli sul paesaggio creando in tantissimi lo stupore della demonticazione. Un ulteriore impegno a valorizzare la Calabria antica, autentica, accogliente”.
È a questo punto, dunque, che la natura, per essere tutelata e protetta, deve essere sorretta e accompagnata dalla cultura. La Sila non può difendersi da sola, non può parlare e raccontarsi da sola, ma necessita di ‘voci’, studi e racconti che prendano spunto dalla storia e dalla ricerca. “Occorre allora anche con l’aiuto e il contributo fondamentale delle università calabresi che già hanno una ricca letteratura e fatto numerosi studi dare valore aggiunto a queste due proposte. La Sila è la cornice ideale della transumanza che viene ancora praticata dai nostri pastori quindi dall’abbinamento si potrebbe realizzare un ecomuseo ovvero un museo territoriale all’aperto. Un tale progetto significa richiamare l’attenzione su uno spazio geografico e su una attività che possono incidere molto sul turismo oltre ad essere all’avanguardia in Europa. La conservazione dell’ambiente e della civiltà locale consente la salvaguardia di razze in via di estinzione, la valorizzazione della podolica e questo a tutto vantaggio della biodiversità del territorio sempre di più a disposizione dei turisti che in numero sempre maggiore scelgono le località silane per gli sport invernali. Certamente si può concorrere a garantire anche un equo compenso al lavoro dei pastori oggi minacciato dai bassi prezzi pagati per latte e carne anche per effetto delle importazioni di bassa qualità dall’estero”.
Redazione