Operazione corto circuito, sequestrato materiale contraffato
3 min di letturaIl gruppo di Lamezia Terme scopre e sequestra materiale elettrico contraffatto e potenzialmente pericoloso.
LAMEZIA. Sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Lamezia Terme, prosegue l’attività di polizia economico-finanziaria dei militari del gruppo della guardia di finanza di Lamezia Terme, finalizzata alla repressione degli illeciti che incidono sul regolare funzionamento del mercato e dell’economia, ingannando anche i consumatori finali dei beni, soprattutto quelli meno attenti.
Questa volta, le fiamme gialle lametine hanno neutralizzato una schiera di commercianti, tutti di etnia cinese, che immettevano sul mercato materiale elettrico contraffatto, fedele riproduzione di quello prodotto da nota industria italiana del settore.
Il bilancio dell’operazione, denominata corto circuito, ha permesso di porre sotto sequestro 28.970 oggetti contraffatti (tra interruttori, prese elettriche e tv, “placche” di varie dimensioni e colore, ecc.) e di denunciare penalmente quattro persone fisiche, titolari delle attività commerciali presso le quali venivano commerciati illecitamente i summenzionati prodotti, ubicate tra il circondario di Lamezia Terme e la città di Catanzaro.
L’articolata attività ha avuto origine da un’ordinaria attività info investigativa, svolta dai militari del corpo, i quali, fingendosi sovente avventori di esercizi commerciali, ispezionano in maniera occulta la merce esposta nei negozi al fine di individuare eventuali illeciti commerciali.
In questo caso, l’attenzione dei militari era attirata, fra l’altro, proprio dal materiale elettrico incriminato che costituiva la fedele riproduzione di quello commerciato da notoria azienda italiana.
Dopo aver immediatamente chiesto e ottenuto una perizia speditiva su tali materiali, veniva confermava la contraffazione e, quindi, è stata predisposta l’operazione illustrata, che ha portato al sequestro della merce ed alla denuncia dei responsabili.
Se immessi sul mercato, i predetti beni avrebbero fruttato un ricavo stimato in circa 87.000,00 euro.
È opportuno rammentare che la commercializzazione di oggetti con marchi contraffatti produce un notevole danno non solo ai produttori dei beni “originali” – che spesso profondono ingenti investimenti finanziari, finalizzati a migliorare i prodotti –, ma anche ai consumatori finali dei beni.
Questi ultimi, infatti, non solo avranno acquistato un prodotto che, nella stragrande maggioranza dei casi, è qualitativamente scadente, ma, come in questo caso, avranno esposto a rischi anche la loro incolumità trattandosi di materiali che vengono installati in impianti elettrici.
Infine, tali materiali potrebbero essere anche facile tentazione per qualche impiantista “poco corretto”, che potrebbe indurre in errore un cliente installando materiali come quelli sequestrati per prodotti di qualità.
Redazione