Calabria da riscoprire: il borgo fantasma di Nicastrello
3 min di letturaCon “Calabria da riscoprire” giungiamo a Nicastrello, piccolo borgo situato tra i comuni di Capistrano e San Nicola da Crissa, nel Vibonese. Agli inizi del Novecento contava circa cinquecento anime ma ora è abbandonato e ridotto a un rudere.
Se digitiamo il suo nome su Google maps, la più grande e dotata mappa virtuale del mondo, il risultato che compare enuncia “Ruderi di Nicastrello”. Ruderi, non più paese. Ma un paese dal nome Nicastrello è esistito ed esiste tuttora anche se appartiene ormai alla categoria dei borghi abbandonati.
Borghi fantasma di Calabria
Ce ne sono tanti in Calabria e nel Meridione di borghi fantasma – Africo, Cirella, Brancaleone, Cavallerizzo di Cerzeto e tanti altri –, paesi dimenticati dalla geografia e dagli uomini, ma non dalla storia. Tra questi Nicastrello è uno dei più emblematici.
Conosciuto in precedenza come Casaleru o Casalello, il borgo si trova tra Capistrano e San Nicola da Crissa, nel Vibonese, e nasce nel bosco denominato Fellà.
Non ci sono indicazioni stradali per raggiungere Nicastrello e bisogna affidarsi al buon cuore di qualche abitante di Capistrano o San Nicola da Crissa per addentrarvici senza perdersi nella boscaglia.
Le origini del borgo
Sorto intorno al X secolo, Nicastrello ha dovuto fare i conti con un progressivo spopolamento durato fino al termine degli anni settanta del Novecento quando anche gli ultimi superstiti hanno lasciato il paese natio. Ma secondo alcune fonti agli inizi del secolo l’abitato contava circa cinquecento anime e questo è evidenziato dalla presenza dei resti di un mulino e di tre cave di pietra calcarea.
Come riporta lo studioso e antropologo Vito Teti nel suo saggio Il senso dei luoghi: memoria e storia dei paesi abbandonati sui borghi abbandonati di Calabria (Donzelli Editore, 2004), Nicastrello deve il suo nome al «Rationale Giovanne Antonio Nicastro», probabilmente uno dei primi uomini che vi si stanziarono. Nessuna legame dunque con l’ex comune di Nicastro, ora Lamezia Terme.
Il culto di San Filippo e Santa Elena
Una intensa malinconia si respira tra le stradine strette di Nicastrello, che più che altro sono dei tratturi oramai dominati dalle erbe.
Le case sono tutte abbandonate ma curate, per quanto i rovi e l’usura del tempo rendano possibile; una cura che viene tenuta dagli abitanti di Capistrano e San Nicola da Crissa, specie quelli che nel borgo fantasma hanno le loro origini.
A Nicastrello è presente anche una chiesetta dedicata a San Filippo e Santa Elena. I due santi vengono celebrati rispettivamente il 26 giugno e il 18 agosto, giorni in cui il piccolo centro risorge, le voci ritornano a coprire il silenzio della natura e le sue stradine vengono ripercorse come i vecchi tempi andati.
Antonio Pagliuso
Foto Join Calabria