Festival delle erranze e della filoxenia. Penultimo incontro a Serrastretta
4 min di letturaErranza, filoxenia, ospitalità e incontro, questi gli elementi che hanno caratterizzato l’evento odierno.
SERRASTRETTA. Il Festival delle erranze e della filoxenia è giunto al suo penultimo appuntamento con l’incontro “La ginestra, il filato della tradizione” che si è svolto oggi a Serrastretta, nel cuore del monte Reventino, scenario dell’intero festival.
Erranza, filoxenia, ospitalità e incontro, questi gli elementi che, come accaduto nel corso dei precedenti appuntamenti, hanno caratterizzato l’evento odierno. La pro loco di Serrastretta, organizzatrice e promotrice della manifestazione, ha accolto gli “erranti” offendo un cammino tra storia e tradizione.
“È bello accogliere nel proprio paese dei forestieri, cercheremo di farvi sentire a casa”, con queste parole Luigi Paletta, presidente della pro loco, ha salutato gli ospiti che hanno intrapreso la passeggiata per le vie del paese.
Come prima tappa, i viandanti hanno sostato nella chiesa matrice dedicata alla Beata Vergine del Soccorso, dove lo studioso d’arte Giovanni Fazio ha illustrato la storia e la provenienza delle opere esposte. Abbracciati dalle sacre mura della chiesa, gli erranti hanno scoperto curiosità e verità storiche tali da mostrare il profondo valore artistico, oltreché religioso, dell’edificio. “Secondo una comune credenza – ha esordito Fazio – siamo stati indotti a ritenere che la statua della Vergine provenisse dall’Abbazia di Corazzo. Tuttavia, una tale provenienza è infondata in quanto si tratta di una statua processionale. Molto più probabile è invece l’attribuzione ai frati agostiniani che avevano un convento proprio qui a Serrastretta”. La statua raffigura la Madonna trionfante che scaccia con un bastone satana salvando in questo modo la giovane santa Rosalia. La stessa Madonna del perpetuo soccorso ritorna, raffigurata questa volta su tela dall’artista Carmelo Zimatore in un grande dipinto alle spalle dell’altare, posta sempre in trionfo sul demonio, affiancata da san Pietro e da san Giovanni Battista e sovrastata da una rara raffigurazione di Dio. Altra statua molto importante per la comunità serrastrettese è quella del protettore san Gaetano Thiene, in onore al quale esisteva sia una chiesa sia una confraternita con scopi sociali oltreché religiosi. Due altari rilevanti per la devozione e per il ruolo nella tradizione di Serrastratta sono quelli dedicati a san Giuseppe artigiano e alla Madonna di Pompei: nel primo caso, la presenza del ritratto in questa chiesa è dovuta chiaramente al fatto che la comunità serrastrettese aveva una forte vocazione artigiana, soprattutto legata alla falegnameria; nel secondo caso, invece, la Madonna di Pompei ha sostituito il precedente altare dedicato a santa Filomena, la cui esistenza fu storicamente disconosciuta.
Dopo la sosta in chiesa, gli erranti hanno proseguito alla volta del Museo della civiltà contadina, ospitato a palazzo Pingitore. Come ha spiegato Luigi Paletta, l’allestimento museale ha seguito una divisione ideale ponendo al primo piano degli ambienti tipici della vita domestica serrastrettese, come la sala da pranzo, la camera da letto, quella dedicata al filato e quella nella quale veniva riposto il corredo; al piano terra, nei locali che danno sui vicoli, sono stati ricostruiti gli ambienti artigiani e contadini.
La mattinata degli erranti a Serrastretta si è conclusa lungo il torrente in località Cozzi Mulino, dove hanno potuto assistere alla lavorazione della ginestra che da erba selvatica diventa materiale tessile utile per la produzione del tradizionale corredo.
Daniela Lucia