È Rosella Postorino ad aggiudicarsi il Premio Campiello con “Le assaggiatrici”
3 min di letturaLa Postorino vince il Campiello, premio letterario istituito nel 1963.
Si era meritata, qualche mese fa, un posto nella rosa dei cinque finalisti, ieri sera la scrittrice di origini calabresi Rosella Postorino si è aggiudicata il prestigioso Premio Campiello 2018 con Le assaggiatrici (Feltrinelli, 2018).
Una vittoria schiacciante che l’ha vista trionfare al Gran Teatro la Fenice di Venezia con 167 voti su 278 arrivati dalla giuria popolare composta da 300 lettori anonimi: il 52,2% da donne e il 47,8% da uomini.
La serata della premiazione, condotta da Enrico Bertolino e Mia Ceran e aperta da un intervento della presidente del Senato Elisabetta Alberti Casellati, ha visto anche la presenza del ministro per i Beni e le attività culturali Alberto Bonisoli.
Testimonial d’eccezione della Postorino Gad Lerner che, come dichiarato, pur iniziando a leggere il libro con una certa diffidenza ha finito poi col divorarlo. Le assaggiatrici di Rosella Postorino è infatti divenuto ben presto caso editoriale dell’anno, piazzandosi in testa alle classifiche dei libri più letti della stagione.
La scrittrice originaria di Reggio Calabria, ispirandosi alla storia vera di Margot Wölk (assaggiatrice di Hitler nella caserma di Krausendorf), dà voce alla giovane Rosa Sauer e alla sua eccezionale vicenda intraprendendo un viaggio nell’animo umano che si scopre fragile di fronte alla violenza della storia ma forte dei desideri e degli impulsi della giovinezza.
“Siamo nell’autunno del 1943, a Gross-Partsch, un villaggio molto vicino alla Tana del Lupo, il nascondiglio di Hitler. Ha ventisei anni, Rosa, ed è arrivata da Berlino una settimana prima, ospite dei genitori di suo marito Gregor, che combatte sul fronte russo. Le SS posano sotto ai suoi occhi un piatto squisito: «mangiate» dicono, e la fame ha la meglio sulla paura, la paura stessa diventa fame. Dopo aver terminato il pasto, però, lei e le altre assaggiatrici devono restare per un’ora sotto osservazione in caserma, cavie di cui le SS studiano le reazioni per accertarsi che il cibo da servire a Hitler non sia avvelenato. Nell’ambiente chiuso di quella mensa forzata, sotto lo sguardo vigile dei loro carcerieri, fra le dieci giovani donne si allacciano, con lo scorrere dei mesi, alleanze, patti segreti e amicizie”.
È nella primavera del ’44 che avviene la svolta, quando in caserma arriva Albert Ziegler. Il nuovo intransigente comandante instaura sin dal primo giorno un clima di terrore, ma nonostante questo fra lui e la giovane Rosa finirà col crearsi un legame a dir poco singolare.
Gli altri vincitori del Premio Campiello
Ad aggiudicarsi il Premio, ritenuto uno tra i più prestigiosi d’Italia e tra i più importanti nel panorama editoriale italiano, anche Francesco Targhetta, al secondo posto con Le vite potenziali (Mondadori); terzo posto per Helena Janeczek, già Premio Strega con La ragazza con la Leica (Guanda); al quarto posto troviamo Ermanno Cavazzoni con il romanzo La galassia dei dementi (La nave di Teseo); ultimo posto infine per Davide Orecchio con Mio padre la rivoluzione (Minimum Fax).
Valentina Dattilo