Faccia a faccia col Latino in tempo di orientamento…
4 min di letturaSi dice che le immagini facciano risparmiare un bel po’ di parole: se il pensiero fosse supportato da una capacità di scrittura, non ci sarebbe tanto da dire, ma i dati parlano di una carenza di linguaggio e, in una politica fragile, la selezione alla rovescia, in fatto di comunicazione, è davvero intollerabile
La gestione comune della cosa pubblica passa attraverso un’organizzazione mentale ben strutturata, e i ragazzi vanno sempre più guidati e sollecitati a sapere meglio, per orientarsi!
E se in futuro tra gli scranni delle Camere dovessero sventolare solo delle stringatissime mappe di idee, come la metteremmo?
Qualcuno potrebbe dire: Beh, meglio della lingua di Cita e di Tarzan, però! A questo punto risaliamo sugli alberi, senza posare i piedi per terra, che è meglio!
Ora, tornando a noi, che l’era digitale sia parte integrante della vita di ognuno è un fatto antropologico compiuto e riconosciuto: tuttavia, la Montalcini, nella longevità del suo secolo di vita, ha sempre considerato come metro di riferimento la parte neocorticale della persona, pur rispettando, senza farne cesure, le rivoluzioni dei tempi postmoderni.
Quasi a dire, l’uomo resti uomo, nel linguaggio dell’emotività e nella dimora della mente: economizzarlo è ridurlo, e non credo che pertiene all’umano! Chissà cosa avrebbe pensato il Premio Nobel per la Medicina degli emoji, degli stickers o delle Gif, anche se credo non sia difficilmente intuibile!
Una piccola precisazione si fa doverosa nel mezzo di questa trattazione. Non mi risulta dai dati Ocse che l’età post-alfabetica possa somigliare alla tendenza geroglifica della tradizione egizia, neppure un tantino, mi va di aggiungere: lo spessore concettuale è il medesimo, mi chiedo? Non mi pare.
E comunque gli equivoci nel mare dell’ambiguità visiva sono sempre al netto delle tare, intendiamoci! Nella lettera di Ramesse di Achille Campanile un giovane innamorato scrive una dichiarazione alla sua bella, ma poi finisce per essere frainteso a causa del suo utilizzo maldestro degli ideogrammi.
Lui vorrebbe dire ‹‹Soave fanciulla, dal primo istante in cui vi ho vista il mio pensiero vola a voi››, ma lei invece capisce ‹‹Detestabile zoppa, ho mangiato un uovo al tegamino e voi siete un’oca perfetta››.
E qui siamo solo sul piano figurativo, immagiamoci su quello verbale, che è già di suo impoverito!
Il problema, allora, è che mancano i vocaboli e la grammatica, come dice Evans, ed oggi più di prima: senza eccezione alcuna mi convinco che rieducarsi alla lingua sia la più equa tra le battaglie sociali, anche perché il buon uso di essa permette di comprendere la semantica rovesciata di tanti falsi proclami, fino a spingersi a tutti i sistemi del mondo.
Pertanto, l’antidoto, avviandomi alla conclusione, sta nella formazione: rafforzarla è virtuoso, specialmente in questa fase fortemente virtuale.
Per non parlare infine delle nostre radici classiche che sono, a mio dire, un archivio ineludibile per tutto l’Occidente! Appunto per questo bagaglio, cui tutti siamo debitori, aborro il fatto che la memoria passi per una parola del pc e dell’elettronica: se ne parla in megabytes, ad esempio, mentre si trascura che è il luogo della coscienza o, meglio ancora, l’espressione della nostra Mente.
Ora, se è vero come è vero che il latino costantemente ci sfida ad entrare in dialogo con il nostro passato, e quindi a interpretare con maggiore consapevolezza i segni del futuro che ci attende, provo, smorzando i toni di questa lunga digressione, a far significare il linguaggio iconico-visivo della nostra contemporaneità: almeno, un po’di lessico, maieuticamente, ne esce fuori, non per altro!
Ancora: se l’italiano è storicamente “un latino parlato male”, la cosa volgare, che non è “il Volgare” delle nostre origini, è star perdendo la più affascinante connotazione linguistica, che è l’emozione tutta particolarissima di un logos realmente padroneggiato.
Post di proprietà Concettuale di “Lingua latina”: spunti, per fare il punto della situazione! Spero sia cosa buona e giusta…
Prof. Francesco Polopoli