Il complesso di San Benedetto: a qualcuno è venuto, mi sa!
2 min di letturaLa fede e la ragione sono come le due ali con le quali lo spirito umano si innalza verso la contemplazione della verità
E’ la frase di apertura con cui prende avvio una delle più note encicliche del Papa Santo, Giovanni Paolo II: la Fides et Ratio.
Ad essere precisi, questo messaggio va a scandire pure tante riflessioni del suo Successore, Papa Benedetto XVI, che della filosofia tomista ne ha sempre fatto baluardo di pensiero nel tentativo felice di conciliazione tra scienza e teologia.
Ora, alla luce dell’inaugurazione del Complesso interparrocchiale di San Benedetto, constato un vespaio di idee che bene non fa a chi le alimenta.
A mio dire, se prodotte in seno a realtà spirituali, denotano una fede fragile, se alimentate in ambienti altri, invece, indicano un pensiero fortemente debole: moderno oscurantismo, potrebbe chiosare il fisico Antonino Zichichi, ma che importa, direbbe qualcuno pervicacemente!
Senza entrare nel merito di tanti face-commentari pseudo-cesariani, mi chiedo, tacendomi subito: Cui prodest? A cosa giova, tutto ciò!?
Addirittura, c’è chi, attenendosi alle citazioni del proprio sapere, non fa che esacerbare lo spirito di frammentazione nella nostra cittadella, che, ultimamente, non è tra le più fortunate.
Forse, cita-re è sinonimo di scimmiottare, quando non si ha cognizione di sapere, ma si sa che a parlare la lingua di Cita tutto è simpaticamente più semplice.
Prof. Francesco Polopoli