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Ministro Salvini e giudice Frattini, ma come si fa a parlare di complotto?

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salvini frattini

Quanto sta accadendo nella nostra città ha davvero del paradossale

Comunicato Stampa

E’ sotto gli occhi di tutti ed è innegabile che Lamezia stia vivendo il periodo più buio della sua storia. Ma il paradosso è rappresentato dal fatto che ancora oggi, all’indomani della decisione del Consiglio di Stato di confermare il decreto di scioglimento, Mascaro che è il principale artefice di questi disastri stia facendo di tutto per passare per “vittima”.

L’atteggiamento di Mascaro non cambia e risulta sempre più incomprensibile e inaccettabile. Ha davvero dell’incredibile che a parlare di “macerie” sia proprio chi le ha create, e a parlare di “baratro” sia proprio colui che, con la sua condotta irresponsabile, ha trascinato la città nella fossa. Ci domandiamo: a cosa è servito in questi mesi gridare al complotto, alimentare lo scontro con lo Stato e le istituzioni, fino addirittura a parlare di “antiStato” in una terra in cui quel termine identifica la ‘ndrangheta?  Non è servito a nulla!!!

Attendiamo, come sempre con profondo rispetto della magistratura, la decisione  definitiva che il Consiglio di Stato assumerà a settembre. Ma un dato di fatto è già lampante: l’attuale situazione drammatica della città ha delle chiare responsabilità politiche, che sono quelle di Mascaro e della sua maggioranza.

Mascaro  e la sua maggioranza in questi ultimi anni non hanno fatto nulla di quello potevano fare per impedire che l’onta del commissariamento si abbattesse ancora una volta sulla città, con le conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti. A cominciare dalla composizione delle liste, alla  vicenda riguardante il padre del presidente del consiglio comunale De Sarro, fino alle mancate dimissioni quando l’arrivo della commissione d’accesso ormai era nell’aria.

Anche dopo la sentenza del Tar Mascaro avrebbe dovuto dimettersi per facilitare un rapido ritorno alle urne. E, in ogni caso, anziché aprire una fase nuova e di rinnovamento, Mascaro e la sua maggioranza non hanno preso le distanze dai consiglieri comunali citati negli atti dello scioglimento: non hanno voluto colpevolmente prendere atto della realtà e sono andati avanti all’insegna del complottismo e del negazionismo. Con una evidente contraddizione che ai cittadini certamente non sfugge: se nel 2017 bersagli di Mascaro erano l’allora ministro dell’interno del governo di centrosinistra e il prefetto di Catanzaro, oggi il ministro dell’interno che ha impugnato la sentenza del Tar è Salvini che, come a tutti noto, è di centrodestra, cioè della stessa parte politica di Mascaro. Così come non può sfuggire che l’accoglimento della sospensiva è avvenuto da parte della III Sezione del Consiglio di Stato presieduta dal giudice Franco Frattini, autorevole magistrato e già ministro nei governi Berlusconi. E’ evidente allora che non esiste nessun complotto politico e nessuna congiura. C’è solo atto da prendere atto della realtà. Cosa che Mascaro non ha voluto fare per quattro anni e continua a non voler fare oggi. A pagarne il prezzo più alto, purtroppo, però è la  città.

Ad un anno e mezzo dallo scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni mafiose, la città continua ad attraversare una fase drammatica sotto tutti i fronti, un tunnel buio che sembra non avere più fine. Dai disservizi che tanti cittadini e imprese registrano ogni giorno, alla mancanza di una incisiva interlocuzione istituzionale per intervenire su presidi fondamentali del territorio, a cominciare dal tribunale e dall’ospedale; dalla paralisi dei principali centri di aggregazione della vita della città, a cominciare dai luoghi culturali e sportivi.  L’azione della commissione straordinaria, forse condizionata da un apparato amministrativo sottodimensionato, si è rivelata del tutto inadeguata, contraddistinta da una mancanza di ascolto e di relazione con la parte più viva della città, con conseguenze negative sotto gli occhi di tutti. Una fase oscura che la città ha vissuto in poche altre occasioni nella sua storia e che, forse, mai come questa volta, sta producendo nei cittadini lametini un senso di totale disorientamento, rassegnazione, la perdita di fiducia nelle istituzioni e nella politica.

Crediamo che Lamezia abbia urgente bisogno di voltare pagina. Ma questo è possibile solo a partire dalla consapevolezza della verità. I nemici di Lamezia non sono quelli contro cui punta il dito Mascaro. I veri nemici di Lamezia sono la cattiva politica, il consenso deviato, tutto ciò che inquina la democrazia e lede i diritti e le libertà dei cittadini. Aprire una fase nuova richiede a tutta la politica lametina, con il contributo delle diverse energie della società civile, di rimettere al centro i temi della selezione della classe dirigente, della moralità della politica, della pulizia delle liste. Qualsiasi discussione sul presente e sul futuro della città deve partire da queste questioni imprescindibili. C’è l’urgenza di dar vita a un nuovo corso di buona politica e buona amministrazione per una città che ha già pagato troppo per responsabilità politiche ben precise.

Assemblea del centrosinistra – Lamezia Terme

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