Affitto e carovita: sin dai tempi dei Romani!

L’Italia continua a rimanere uno dei paesi con il costo della vita più elevato in Europa

Se poi si aggiunge che, che in media, il potere d’acquisto, dalle nostre parti, è più basso rispetto a quello degli altri paesi europei, la situazione si fa scoraggiante, almeno credo!

A dire il vero è un peso antico che ci portiamo da secoli: Pompei, in mezzo ai suoi scavi, è un esempio acclarato: vediamolo! Dopo il terremoto del 62 molte abitazioni pompeiane erano divenute inagibili e come capita ancora oggi si chiudeva persino un occhio, pur di spillare sesterzi da un contratto di locazione.

Sui muri della Villa Felice, per attenti osservatori, tuttora è possibile leggere un annuncio d’affitto, che prevede la locazione per cinque anni: una sorta di trovacasa.net, praticamente!

IN PRAEDI(I)S IULIAE SP(URI) F(ILIAE) FELICIS
LOCANTUR
BALNEUM VENERIUM ET NONGENTUM TABERNAE PERGULAE
CENACULA EX IDIBUS AUG(USTIS) PRIMIS IN AUG(USTAS) SEXTAS ANNOS CONTINUOS QUINQUE
S Q D L E N C

Traduzione libera:

“Nella proprietà di Giulia Felice,

figlia di Spurio,
si affittano
le signorili terme Venerie, botteghe, soppalchi,
appartamenti,

dal 14 agosto alla sesta occorrenza del 14 agosto,

per 5 anni consecutivi.

L’acronimo dell’ultima riga è stato interpretato come:

s(i) q(uis) d(esiderabit) l(ocatricem) e(o) n(omine) c(onvenito
“Chi cerca la locatrice, la contatti a tal proposito”
oppure, come suggerì il Fiorelli e altri studiosi dopo di lui, come:
S(i) q(uinquennium) d(ecurrerit), l(ocatio) e(rit) n(udo) c(onsensu)
“Alla scadenza del quinquennio l’affitto sarà prorogato tacitamente”.

(Nella parte più bassa della presente epigrafe si trovano i soliti manifesti elettorali a favore di Aulo Suettio Vero, Lucio Ceio Secondo e altri personaggi non facilmente rilevabili)

Dunque, quella della casa è una delle questioni più spinose della storia privata degli uomini: trovare una stanza o un piccolo appartamento, tra ieri ed oggi, è sempre stato un lusso che in pochi, e non tantissimi, sono riusciti a permettersi.

Fa specie dichiararsi “Italiani”, allora, per poi non superare gli evidenti divari sociali, gli stessi che erano presenti ai tempi di Roma quando tra simili ci si chiamava “Quirites”. Che beffa! Si parla di solidarietà senza che sia solida la circostante realtà. Qualcosa non rima…da millenni, purtroppo!

Prof. Francesco Polopoli