Abbazia florense, Sapia e Parentela (M5S): “Oliverio ancora immobile”
2 min di letturaIl caso divenuto nazionale, dell’Abbazia florense
Comunicato stampa:
«Da anni denunciamo il caso, ormai nazionale, dell’Abbazia florense di San Giovanni in Fiore, dentro cui si trova una casa di riposo benché i relativi locali siano del comune, che ne concesse l’agibilità e rilasciò un parere rivelatosi falso, servito all’autorizzazione e all’accreditamento della struttura da parte della Regione Calabria».
Lo affermano, in una nota, i deputati M5s Francesco Sapia e Paolo Parentela, che aggiungono: «L’Abbazia florense è monumento simbolo della spiritualità di Gioacchino da Fiore, il teorico dell’affermazione della giustizia nel mondo terreno. Ciononostante, per quanto persone vicine al governatore Mario Oliverio pubblicizzino oltremodo loro libri su Gioacchino, citato da Dante Alighieri fino a Gianni Vattimo, nulla si muove per risolvere il paradosso della presenza della rsa nel complesso badiale».
«È come se – proseguono i deputati 5stelle – nel Duomo di Milano si consentisse l’attività di un centro scommesse o dentro Santa Croce si permettesse di tenere una palestra. La Calabria è fatta di enormi contraddizioni, che Oliverio, ora gasato col suo codazzo di sindaci in attesa di “mance”, non ha mai voluto risolvere. Nello specifico, alla burocrazia regionale egli doveva chiedere conto dell’autorizzazione e accreditamento in questione». «Oltretutto – incalzano i parlamentari 5stelle – il vicino sito di Jure vetere sottàno è sempre in abbandono. Di queste ferite alla cultura della Calabria, per iniziativa del Meet up locale, attento al rilancio dell’Abbazia florense e del territorio, si parlerà alle ore 17,30 di sabato 22 settembre, all’interno del complesso religioso e insieme ai colleghi Alessandro Melicchio e Margherita Corrado; l’uno componente della commissione Cultura della Camera, l’altro dell’omologa del Senato».
«In ogni caso – concludono Sapia e Parentela – a San Giovanni in Fiore come nel resto della Calabria bisogna cambiare gli uomini che gestiscono la cosa pubblica».