Adiconsum: ludopatia e usura, in Calabria fenomeno in espansione
2 min di letturaI dati ufficiali dei Monopoli di Stato confermano che gli italiani hanno speso nel 2017 complessivamente 101,85 miliardi di euro nel mercato legale del settore del gioco. Un aumento del 6% rispetto al 2016 e di ben del 142% se i dati si confrontano con quelli relativi al 2007.
La spesa pro capite, tra i cittadini con più di 18 anni, è stata pari a 1.697 euro ripartita tra: scommesse, lotterie, gratta e vinci e slot machine. Per quanto riguarda la nostra regione stime ufficiali rilevano che i calabresi spendono circa 2 miliardi di euro. Tale allarmante incremento è sicuramente determinato dal cambiamento delle modalità di gioco; smartphone e tablet -favorendo una maggiore semplicità nell’accesso- hanno accelerato l’utilizzo e la frequenza rendendo il gioco d’azzardo a portata di mano.
In Italia ci sono circa 2 milioni di giocatori cronici, in tale categoria si inquadrano soggetti che spendono cifre altissime sicuramente al di fuori delle proprie possibilità, risulta evidente, quindi, come la ludopatia e il fenomeno dell’usura appaiono sempre più come conseguenza l’una dell’altra. La propensione all’indebitamento è così forte da rendere il giocatore d’azzardo schiavo, incapace di gestire la propria situazione, succube, vittima capace esclusivamente di generare sovraindebitamenti ai quali spesso corrispondono pignoramenti che degenerano in veri e propri drammi familiari e sociali. Il giocatore d’azzardo ormai sommerso da debiti -che non è in grado di restituire- prigioniero di una realtà senza via d’uscita, percorre la strada dell’usura con l’unico obiettivo di avere la possibilità di giocare ancora. Spesso la relazione tra ludopatia e usura diventa inversamente proporzionale. Vi sono, infatti, molte vittime degli usurai che iniziano a giocare d’azzardo nella speranza di poter migliorare la propria situazione patrimoniale, saldare i debiti e ritornare a vivere una vita normale: è solo pura utopia.
I dati sull’usura in Calabria sono preoccupanti e il ricorso al fondo antiusura, istituito ormai da diversi anni, presenta percentuali di utilizzo bassissime. Nel 2016 le istanze presentate per il fondo antiusura sono state n. 18 a Cosenza, n.1 a Crotone, n.6 a Reggio Calabria e n.1 a Vibo Valentia. In totale le istanze presentate in Calabria sono state 38, quelle accolte sono solo 4. E’ evidente che qualcosa non funziona.