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Alla corte del re Roberto D’Angio’. Roberta Morosini all’Uniter

4 min di lettura

Siamo  nel 1309 e Roberto d’Angiò, detto il Saggio, nato a Santa Maria Capua Vetere, 1277 e morto  Napoli, 16 gennaio 1343, era re di Napoli dal 1309 al 1343, re di Sicilia, re titolare di Gerusalemme, duca di Calabria (1296 – 1309) e Conte di Provenza e Forcalquier (1309 – 1343).

Giovanni Boccaccio, nato all’inizio dell’estate del 1313 a Certaldo, già da adolescente andrà a vivere alla corte del re e ritornerà a Firenze  nel 1340 rimpiangendo il mondo rutilante della reggia di Napoli, gli stimoli culturali e le chanson  de geste.

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Giovanni Boccaccio era nato all’inizio dell’estate del 1313, a Firenze, ma già da adolescente andrà a vivere alla corte del re e ritornerà a Firenze  nel 1340 rimpiangendo il mondo rutilante della reggia di Napoli, gli stimoli culturali e le chanson  de geste.

Roberta Morosini, nata a Sarno, in provincia di Salerno, nei pressi di  Santa Maria di Capua, più o meno, insomma, campana come il re Roberto, di cui porta il nome, Roberta è professore ordinario di Lingua e letteratura italiana presso la Wake Forest University in North Carolina. Si occupa, fra altro, delle relazioni tra  cristiani e musulmani   nell’opera di Dante  e Boccaccio nel contesto di studi del medioevo mediterraneo. E’ co-curatrice di un volume su Sindbad mediterraneo. Questa sera ci parla di  “Penelopi in viaggio ‘fuori rotta’ nel Decameron e altrove. ‘Metamorfosi’ e scambi nel Mediterraneo medievale” Questo il sito dove trovare la relazione, una parte. http://escholarship.org/uc/item/3nd68932#page-31

roberta-morosiniL’altra relazione, quella umana, è con noi questa sera, in una sala affollatissima ed attenta, che partecipa con Roberta ad un viaggio per un mare periglioso, oggi come allora, dall’altra parte del cancello, delle mura della città, un viaggio da un altro punto vista sull’opera più raccontata del medioevo, Il Decameron.

Roberta parla con il corpo, con i gesti, con le mani che le tremano, ci confida, scuotendo e arruffando i suoi bellissimi ricci capelli, da araba perfetta, che è maggiore stasera la sua emozione di quando è in conferenze internazionali, come Abu Dhabi, forse per la caratteristica stessa dell’Uniter.

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Ci rapisce anche lei, come i pirati rapivano le donne, senza in lei nessuna violenza se non la cura e la preparazione, per un mare letterario raccontato attraverso miniature  raccolte a Parigi, a Firenze e nei musei di oltre oceano. Ci fa vedere quello che non avremmo mai visto. Il dettaglio.

Da una scena su una fiera di mercato, gioiosa, un assassinio si sta consumando più lontano…

Ci mostra donne strattonate che volgono il capo versa la terraferma, Elena, e con il corpo debbono però salire sulla barca, affrontare il mare della separazione…

Ci mostra come sia il carattere e la decisione a salvar la vita nella scelta di chi decide di non parlare per non svelar le  sue origini ai cristiani

Nella storia sanguinosa fra saraceni e cristiani, tanto sangue, troppo sangue, ed interessi, scambi, truffe e un mercato globale, diremmo noi oggi, di schiavi.

Una lezione sul dovere civile che un autore come Boccaccio sente, e civiltà sarà vivere entro le mura perché fuori ci sarà la rapina, la violenza, lo stupro, e civiltà è saper travestirsi, imparare e poi ritornare. Ed il ritorno in un mare che ci vide noi da Procida Ischia e Capri andare verso la Tunisia ed  ancora con Braudel tutti i popoli  che lo attraversano morendo. Dalle donne agli uomini, una denuncia di tipo sociale su un mare che spazio di dispersione e divisione è, in una storia che è un fiume e ci trascina con i nostri detriti.

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Noi poi questi detriti li facemmo diventare studi.

E nell’abbracciare e ringraziare Roberta del viaggio che ci ha regalato, voglio raccontare quel treno, stavolta e non una barca, dove Roberta stava seduta davanti a Peppino ed a Costanza, coppia di sconosciuti con un libro in mano.

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Costanza mi ha raccontato spesso quel momento in cui il libro si mise a parlare, quasi,  con Roberta e da lì poi la bella e proficua amicizia che ha reso possibile a Lamezia un viaggio nelle immagini e nel Decameron da sponda a sponda. E ritorno.
La letteratura legge e racconta la storia, così  Roberta Morosini, illustrandoci le miniature medioevali sul Decameron di Boccaccio.

Ippolita Luzzo

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