Allarme Processionaria: seminario sul problema e sui metodi di controllo
7 min di letturaIncontro sul problema della processionaria, organizzato dalla Casa del Consumatore Calabria con la collaborazione della GEA, ditta specializzata nella lotta al parassita altamente dannoso per piante, uomini e animali.
Nel pomeriggio di ieri, giovedì 6 aprile, si è tenuto presso la Casa del Consumatore, sita in via Piave n. 6, il seminario “Allarme processionaria. Perché è pericolosa per l’uomo – Descrizione e metodi di controllo.”
L’incontro, promosso dalla Onlus Casa del Consumatore Calabria è stato organizzato dalla dott.ssa Rosalinda Mazza, moderato dall’Avv. Giovanna Diaco, Presidente Regionale dell’associazione a difesa dei consumatori e ha visto la partecipazione del medico Chirurgo specialista in Omeopatia dott.ssa Antonietta Dattilo nonché del dott. Francesco Zanella, responsabile della GEA, ditta specializzata nella tecnica endoterapica e del dott. Giuseppe Maria Logiudice.
Relatore per la parte dimostrativa del Nuovo Metodo Corradi ha relazionato il Dott. Agr. Antonio Buonconsiglio.
La Casa del Consumatore è un’associazione nata a livello nazionale nel 2000 con lo scopo di operare su tutto il territorio dell’Unione Europea per informare, assistere e tutelare i diritti e gli interessi dei consumatori di beni e degli utenti dei servizi.
La Onlus intende tutelare i cittadini sulla qualità e tempestività dell’erogazione dei servizi pubblici e privati, dalla sicurezza alla sanità, dalle utenze fino alle assicurazioni.
In questo senso, l’Associazione attua la protezione del consumatore a livello sia locale sia nazionale, agendo in maniera capillare sul territorio.
La realizzazione dell’evento è stata possibile grazie alla collaborazione tra la Casa del consumatore Calabria e la G.E.A., una società formata da tecnici fitoiatri esperti nella cura del verde ornamentale, che dal 2001 opera a livello europeo nella salvaguardia del patrimonio arboreo in ambito pubblico e privato in sinergia con liberi professionisti, giardinieri e disinfestatori.
Società all’avanguardia nella difesa endoterapica antiparassitaria con prodotti fitosanitari chimici e biologici.
Obiettivo del seminario è stato quello di illustrare e approfondire il pericolo della processionaria e i metodi di controllo del problema.
Il problema della processionaria è presente in ampie aree sia boschive che urbane; nel secondo caso assistiamo a degrado ambientale per l’azione parassitaria dell’insetto sulla chioma, e a disagio delle persone per la nota azione urticante che in alcuni casi sfocia in pericolose allergie.
La processionaria del pino (Traumatocampa pityocampa) è un lepidottero defogliatore le cui larve nascono a fine agosto-settembre ed iniziano a tessere subito i caratteristici nidi sericei, nei quali passeranno l’inverno. Comporta la defogliazione ed una sensibile riduzione di accrescimento della pianta.
Si tratta di un parassita di rilevanza sanitaria che causa reazioni allergiche con rischio di shock anafilattico. La legge italiana impone la lotta obbligatoria con il D.M. del 30/10/2007 (G.U. n.40 del 16/02/2008). Molteplici i danni causati dal piccolo ma tanto dannoso parassita alla popolazione.
I peli della processionaria urticanti sono presenti sulle larve del 3°, 4° e 5° stadio, indicativamente da ottobre alla primavera. La larva di 5°stadio compie la muta nel bozzolo e residui dei peli rimangono all’interno, così che gli adulti che ne escono possono accidentalmente trasportarne una parte sul proprio corpo. I peli mantengono il potere urticante per anni se mantenuti a temperatura ambiente.
Tuttavia la tossina viene inattivata mediante esposizione a una temperatura di 60°C e un lavaggio a questa temperatura è sufficiente per decontaminare gli indumenti.
La processionaria, conosciuta anche con il nome di ‘bruco killer’, risulta molto pericolosa anche per gli animali e in particolare nei confronti di cavalli e cani, i quali, brucando l’erba o annusando il terreno, possono inavvertitamente ingerire i peli urticanti che ricoprono il corpo dell’insetto.
I sintomi che un cane presenta sono spesso gravi. Il primo sintomo è l’improvvisa e intensa salivazione, provocata dal violento processo infiammatorio principalmente a carico della bocca ed in forma meno grave dell’esofago e dello stomaco.
Il fenomeno non accenna per niente a diminuire, anzi con il passare dei minuti, soprattutto la lingua, a seguito dell’infiammazione acuta, subisce un ingrossamento patologico a volte raggiungendo dimensioni spaventose, tali da soffocare l’animale.
I peli urticanti del bruco della processionaria, entrando in contatto con la lingua, causano una distruzione del tessuto cellulare: il danno può essere talmente grave da provocare processi di necrosicon la conseguente perdita di porzioni di lingua.
Altri sintomi rilevanti sono: la perdita di vivacità del animale, febbre, rifiuto del cibo, vomito e diarrea e soprattutto quest’ultima può essere anche emorragica.
L’endoterapia nasce dall’esigenza di trovare metodi di lotta alternativi alle tradizionali irrorazioni in chioma spesso di difficile realizzazione che siano maggiormente rispettosi dell’ambiente e della salute dei cittadini, operatori ed astanti, ed abbiano contemporaneamente elevata efficacia combinata alla convenienza economica d’esecuzione.
Per endoterapia si intende il trattamento fitosanitario eseguito attraverso l’immissione di sostanze ad azione insetticida e/o fungicida direttamente all’interno del sistema vascolare della pianta.
I principali metodi di lotta endoterapica, illustrati nel dettaglio nell’evento di ieri pomeriggio, possono essere suddivisi in sistemi a pressione e micropressione o ad assorbimento naturale. I primi sfruttano una pressione attiva in grado di inserire il principio attivo nel flusso xilematico: in questo caso la velocità di assorbimento dipende dalle caratteristiche della pianta ma è poco influenzata dalle condizioni ambientali. Tra questi ricordiamo:
– metodo a pressione (Tecnogeen e Intus)che sfrutta una pompa oleodinamica operante da 3 a 10 bar e richiede un foro di iniezione di 5-6 mm di diametro ogni 30-40 cm di circonferenza dell’albero;
– il metodo Mauget, sviluppato in USA, che prevede una pressione di esercizio molto ridotta (0,5 bar) e utilizza capsule pressurizzate collegate al tronco tramite fori profondi 7 mm di diametro tra i 2,8 e 4,3 mm, il numero di capsule necessario varia in funzione della specie arborea e mediamente è pari ad una capsula ogni 24 cm di circonferenza;
– il Nuovo Metodo Corradi che utilizza una siringa manuale con un puntale usa e getta in grado di lavorare a pressioni intermedie associata ad un sistema di dissoluzione dei formulati commerciali tale da ridurre al minimo i volumi di iniezione, sfrutta fori da 1,5 a 3,5 mm di diametro profondi da 2,5 a 6 cm (in funzione della specie arborea e della dimensione del fusto) disposti ogni 25/30 cm di circonferenza del fusto.
– I sistemi ad assorbimento naturale invece immettono il principio attivo nel flusso xilematico sfruttando la capacità assimilatoria della pianta, ed in tale situazione l’assorbimento è legato oltre alle caratteristiche della pianta, dalle condizioni ambientali. Tra questi, il primo metodo Corradi, permette di iniettare formulati diluiti in acqua tramite sacche flebo, con fori profondi 3-5 cm (uno ogni 35-40 cm di circonferenza) del diametro compreso tra 1,5 e 3,5 cm.
Tra le diverse tecniche considerate, il Nuovo Metodo Corradi (NMC) risulta essere il più valido, in quanto il sistema ad assorbimento naturale è di difficile o quasi impossibile applicazione su gimnosperme ricche in canali resiniferi.
Nello specifico il NMC consiste in un’iniezione a bassa pressione, corrispondente alla spinta di una mano che coadiuva l’assorbimento naturale della pinta, di un formulato in volumi estremamente ridotti, preparato appositamente per l’uso endoterapico, che permette di introdurre principi attivi nel tronco di una pianta, tramite l’ausilio di coformulanti non fitotossici, che si diffondono sfruttando il naturale trasporto xilematico rispettando la fisiologia della pianta e rendendo il trattamento più efficace rispetto ai metodi convenzionali.
Il principio attivo traslocato all’intera chioma esplica azione di protezione contro i patogeni per tutta la stagione, dimostrandosi attivo, specialmente nel caso delle conifere, anche l’anno successivo al trattamento.
Tale sistema permette quindi di unire i seguenti vantaggi: iniezione di un volume ridotto di formulato, rapidità (e quindi economicità) di esecuzione, possibilità di trattare in quiescenza (massima diffusione del principio attivo nella pianta), elevata percentuale di successo con efficacia spesso pluriennale, nessuna dispersione nell’ambiente di fitofarmaci, minima invasività nella pianta (fori di 3,5 mm), assenza di fitotossicità.
I vantaggi dell’endoterapia rispetto ai tradizionali trattamenti alla chioma sono facilmente intuibili: nessuna dispersione di prodotto nell’ambiente; utilizzo di piccole quantità di prodotti fitosanitari; velocità e agilità di applicazione, fondamentale nel caso di lunghe alberate cittadine, alberi difficilmente raggiungibili, piante in aree sensibili; durata della copertura del trattamento fino a due stagioni.
Il Comune di Lamezia, interessato dall’ “allarme processionaria” ha confermato, come nel 2016, la ditta GEA ad effettuare, per un costo fissato in 2.171,60 comprensivo di IVA, gli interventi fitosanitari sulla processionaria del pino con il metodo Corradi per il quale la ditta dispone del brevetto ministeriale.
I trattamenti sono stati predisposti su 40 alberi di pino a seguito delle innumerevoli segnalazioni sulla presenza di larve dai pini di via Calleri, via Giovanni XXII e via Indipendenza.
Al termine del seminario relatori e partecipanti si sono intrattenuti, in segno di solidarietà, presso la Pasticceria Giordano in via Piave che ha subito danni nell’esplosione della bomba collocata presso “Il Fornaio” dei fratelli Angotti ed essa stessa vittima di un atto intimidatorio nel 2011.
Valeria Folino