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AMA Calabria. “Astor, un secolo di tango” nella magnifica interpretazione di Mario Stefano Pietrodarchi

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Lamezia Terme, 16 dicembre 2022, Teatro Grandinetti. In scena, per la stagione teatrale 2022.2023 di AMA Calabria, diretta da Francescantonio Pollice e sostenuta dal Ministero della Cultura – Direzione Generale dello Spettacolo e dalla Regione Calabria nell’ambito del progetto “Calabria Straordinaria”, il concerto-danza Astor, un secolo di tango.

Il nuevo tango di Astor Piazzolla incontra la modern dance del Balletto di Roma in una felice narrazione scritta dai corpi di otto danzatori: Paolo Barbonaglia, Cecilia Borghese, Roberta De Simone, Alessio Di Traglia, Serena Marchese, Francesco Moro, Lorenzo Petri e Giulia Strambini sulle straordinarie esecuzioni musicali del Mario Stefano Pietrodarchi (bandoneón e fisarmonica) per la sapiente regia di Carlos Branca.

La coreografia di Valerio Longo, vicina al “narrativo d’azione”, è suddivisa in quadri connotabili come momenti esistenziali o situazioni psicologiche. Così il tango, il ballo di coppia più amato e sensuale di sempre, si trasforma in danza corale in cui le tranche si susseguono l’una dopo l’altra ma senza accumulo, ognuna con il suo carico di significato e di emozione. Tra fluidità e stasi, i danzatori, immersi in un blu profondo, mimano con le gambe il moto delle onde del mare. Quel mare che divide e unisce il mondo nuovo e quello vecchio. Da Buenos Aires a Parigi e poi a New York, il tema del viaggio umano e artistico di Piazzolla tra nevrosi, ansie e tormenti, è scandito da momenti drammatici, intimi e riflessivi che lasciano spazio a intercapedini emotive e da figure che assorbono i corpi dei danzatori nel turbinio dei movimenti pienamente “agiti”, in un continuo variare di luci e ritmi. Un cerimoniale avvolgente e ipnotico che, ai passi del tango viejo  – corte, quebrada, enrosque, gauchos, ocho, paseo – mescola movimenti coreografici scarnificati ma di grande potenza espressiva sottolineata dai costumi impalpabili di Silvia Califano laddove un eros, appena suggerito, serpeggia nella gamma inesauribile delle figure giocando di sguardi e di mani tra il  gioioso, il lento e il violento.

E su tutto la musica di Astor Piazzola, suprema, vitale ma anche profondamente malinconica con quel sembrare fuori dal tempo e quell’esserci qui e ora, arrangiata da Luca Salvadori  e magistralmente eseguita dal vivo da Mario Stefano Pietrodarchi.

Pietrodarchi, in relazione simbiotica con i suoi strumenti, si presenta a piedi nudi sull’impiantito del palcoscenico per meglio percepirne le vibrazioni e, in apertura di spettacolo, illuminato da un cono di luce, con un gesto quasi liturgico, offre al pubblico il suo bandoneón.

Egli, nella sua magnetica e seducente presenza, è in costante dialogo con i danzatori nella molteplicità infinita dei loro gesti, dei loro raccordi, dei loro passi e relative varianti: assolo, passi a due, a tre, numeri di same sex dance che riportano alle origini del tango ballato da coppie esclusivamente maschili fino a quella danza in tondo, nel sottofinale, cerchio quasi mistico che lo avvolge come in un abbraccio.
Al termine dello spettacolo, una posa plastica lo ritrae solo, statuario, al centro del palco, con i suoi strumenti e una danzatrice che gli cinge le spalle “calando un sipario sul cuore”, come recita un verso della celebre canzone La última curda musicata da Aníbal Troilo su testo di Cátulo Castello.

Componenti di questa armonia tra arti sorelle anche le parole fuori campo, in spagnolo, di Carlos Branca e le luci e le immagini di Carlo Cerri che non tentano di riprodurre cartoline oleografiche dei luoghi cari a Piazzolla ma rivestono un carattere puramente evocativo, emergendo nella loro essenza come elementi teatrali di coesione e amplificando il senso della performance.

Suggestive le scelte musicali che accompagnano i tableaux narrativi: da Soledad a Primavera Portena, da Oblivion a Libertango e, nel finale, la struggente Ave Maria.

Un elogio della corporeità nella purezza espressiva del gesto e nella universalità della musica che ha un esplicito carattere di omaggio alla grandezza di Astor Piazzola, non solo rivoluzionario creatore del nuevo tango ma anche uno dei più importanti musicisti del XX secolo.

Pubblico in estasi e applausi lunghissimi.

Giovanna Villella

[ph_courtesy AMA Calabria]

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