AMA Calabria, con “L’ombra di Totò” la scoperta di Dino Valdi
4 min di letturaIl mito e la sua eterna controfigura: Totò e Dino Valdi, uniti l’uno all’altro in maniera indissolubile da un’anima artistica che li ha visti sulle scene per oltre venti anni
Una storia che viene raccontata da uno spettacolo che lascia non pochi spunti di riflessione. “L’ombra di Totò”, con Yari Gugliucci, Annalisa Favetti e Vera Dragone è andato in scena ieri sera al Teatro Comunale di Catanzaro, nell’ambito della stagione teatrale di AMA Calabria.
Quasi per un segno del destino Totò e Osvaldo Natale, questo il vero nome di Valdi, interpretato da Yari Gugliucci, si erano incontrati nel 1947 all’epoca del film “Due orfanelli” di Mario Mattioli. “L’ombra di Totò”, ha inizio dal momento in cui viene scritta la parola fine sulla vita del Principe Antonio De Curtis. Su uno schermo in fondo al palcoscenico un filmato in bianco e nero riporta alla mente il drammatico saluto della sua gente.
E’ proprio durante i suoi funerali, svoltisi a Napoli tra un oceano di persone che, alla vista di Naldi, una voce si leva dalla folla: «Totò è vivo, è resuscitato!». Era il 17 aprile 1967. Vistosi al centro dell’attenzione, Natale/Valdi scappa dirigendosi verso casa. In quel luogo pieno di ricordi, sui cui muri campeggiano in bella vista le foto di Aroldo Tieri, Silvana Pampanini e Delia Scala, conosciuti sul set di “Bellezze in bicicletta”, viene raggiunto da Rosa Spatafora, una giornalista che vuole scrivere un articolo su di lui. Vuole intervistarlo cercando di fargli raccontare la sua storia. L’uomo, che mai aveva suscitato tanto interesse, viene colto da mille dubbi e imbarazzi.
Da quel momento la narrazione mette in luce un personaggio fiero di essere stato al fianco di Totò, ma al tempo stesso di non aver mai ricevuto alcuna riconoscenza da parte del comico. Lo stesso che, per motivi di opportunità, non poteva rinunciare a quella figura essenziale per i suoi film. Consapevole di essere stato oscurato dalla grandezza di Totò, Valdi mostra di essere pervaso da sentimenti contrastanti, un conflitto interiore che non lo rende lucido.
Geloso, nottambulo e legato al suo titolo nobiliare, Totò è anche descritto come uomo generoso e amorevole. Tutti aspetti da lui conosciuti a fondo per essergli stato vicino, oltre che sul set, anche nella vita di tutti i giorni. Invidia e ammirazione fanno parte del suo pensiero intimo. Durante l’intervista vorrebbe evitare di dire cose della vita privata di un personaggio che tanto gli aveva dato, ma che altrettanto gli aveva tolto.
Incalzato dalla giornalista (Annalisa Favetti), parla della vita sentimentale di Totò. Franca Faldini e Liliana Costagliola, entrambe interpretate da Vera Dragone, sono state le due donne che lo hanno amato nella maniera più profonda. Accomunate dallo stesso epilogo, la prima è diventata sua moglie, gli ha dato una figlia, Liliana, salvo poi lasciarlo per la sua eccessiva gelosia; la seconda si è suicidata per non essere stata corrisposta nei suoi sentimenti.
Tra un racconto e l’altro Valdi non nasconde di aver cercato di cambiare la sua vita, cercando una propria identità nelle vesti di attore. Lui che si sentiva artista completo. Non solo un attore, ma anche un musicista e un cantante, però era “troppo Totò”. I lungi anni trascorsi al suo fianco lo avevano condizionato a tal punto da non riuscire a essere diverso dall’attore, restando sempre la sua controfigura, il suo sosia, in grado di recitare e muoversi come lui.
Ne “L’ombra di Totò” le due figure sono simbiotiche. Il regista Stefano Reali li pone su due piani paralleli, tracciandone due ritratti che si incastrano alla perfezione. L’uno non può fare a meno dell’altro. Se Natale/Valdi ha cercato di uscire da quel cono d’ombra, è altrettanto vero che aveva assorbito tutto di Totò.
In un racconto difficile, in cui non manca il colpo di scena finale, notevoli sono le interpretazioni di Yari Gugliucci, Annalisa Favetti e Vera Dragone. Ognuno di loro è riuscito a conferire ai personaggi la giusta identità, mettendo in mostra, ciascuno nei propri ruoli, un approccio recitativo di spessore e molto sentito. Da sottolineare le ottime doti canore di Vera Dragone nell’appassionata ‘Era de maggio’, brano che nel finale è stato eseguito dai tre attori, visibilmente soddisfatti per il riconoscimento ottenuto dal pubblico. Inevitabile il lungo applauso alla loro interpretazione, al racconto intenso, al ricordo di Totò e Dino Valdi, che da oggi non sarà più un’ombra.
“L’ombra di Totò” vivrà una seconda replica, questa sera all’Auditorium Casa della Pace “A. Frammartino” di Caulonia, con inizio alle ore 21.
L’evento è sostenuto dal Ministero della Cultura – Direzione Generale dello Spettacolo e dalla Regione Calabria nell’ambito del progetto Calabria Straordinaria. L’evento è, infatti, finanziato con risorse PSC Piano di Sviluppo e Coesione 6.02.02 erogate ad esito dell’Avviso “Programmi di Distribuzione Teatrale” della Regione Calabria – Dipartimento Istruzione Formazione e Pari Opportunità – Sezione Cultura”.
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