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AmoLamezia: la vergogna del ghetto di Scordovillo e il commissariamento del Sindaco Mascaro

3 min di lettura
Lamezia. Vasto incendio nel campo rom Scordovillo

“Il ghetto di Scordovillo comporta non solo precarietà, inagibilità e fatiscenza delle baracche ma anche idolatria dell’illegalità e cultura del più forte”

comunicato stampa

Ci ha pensato il ritorno dei roghi tossici a Scordovillo per ricordarci di una notiziola che era passata distrattamente inosservata, ovvero l’ennesimo commissariamento di fatto del Sindaco Mascaro e della sua Giunta finto-civica di destra-centro.

Eppure in molti dovrebbero avere, come noi, ancora nelle orecchie le urla con cui Paoletto (allora contornato da una cerchia di accoliti invasati, che salterellavano al grido di: chi non salta comunista è) prometteva durante la campagna elettorale per il suo primo e funesto mandato di Sindaco che avrebbe sgomberato il ghetto di Scordovillo entro il primo anno di amministrazione.

Da allora di anni ne sono passati quasi una decina e per il campo Rom è stato alla fine nominato un commissario. Non, però, per lo sgombero di un ghetto che è una vergogna ed un gran problema per Lamezia, ma solo per la bonifica dell’immensa e immonda discarica abusiva che lo circonda. Il che, speriamo, sarà già un primo passo, ma non certamente risolutivo.

Intanto c’è da dire che il commissariamento non era affatto un passaggio obbligato. Il commissario viene per legge nominato dal Governo soltanto quando urge “porre rimedio all’eventuale inerzia” dei competenti enti amministrativi.

Se è quando avverrà la bonifica della discarica abusiva, comunque il ghetto resterà lì dov’è con tutti i problemi di igiene, salubrità e legalità che esso produce a danno degli stessi cittadini che ci abitano e dell’intera comunità lametina. Come ogni altro ghetto, infatti, anche quello di Scordovillo comporta non solo precarietà, inagibilità e fatiscenza delle baracche, mancanza di servizi primari quali fogne, strade e illuminazione degne del vivere civile, abbandono scolastico dei giovani consegnati alla “educazione” della legge dell’arrangiarsi e del sopruso, ma anche idolatria dell’illegalità e cultura del più forte, tutti terreni in cui socialmente fioriscono e si radicano le organizzazioni criminali. L’immediato ritorno dei roghi appena sono cessate le provvidenze sociali del reddito di cittadinanza ne sono l’avvisaglia.

Non è certamente questa la Lamezia che vogliamo. Il sindaco con la mezza Giunta che gli resta, invece di pensare al proprio posizionamento politico per cercare di garantirsi la rielezione, provi ad affrontare e risolvere questi problemi, che di sicuro sono stati aggravati dall’incapacità della sua amministrazione di spendere e d’aver quindi dovuto restituire i cospicui finanziamenti regionali destinati ai nuclei fragili e bisognosi della nostra città e dell’intero comprensorio lametino.

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