ANCORA DONNA
2 min di letturaContinua OSCENICA, rassegna di teatro indipendente al Teatro Comunale di Catanzaro, e continua all’insegna della qualità e dell’intensità.
È stato infatti messo in scena sabato 27 gennaio La Borto, di e con Saverio La Ruina: un monologo che parla appunto di aborto, ma ragiona mettendo in continuità passato e presente mostrando come (purtroppo) certe cose non cambiano mai.
Saverio La Ruina è in scena seduto, composto, e con la voce, densa come sempre e “antica” come poche, racconta in prima persona la storia di Vittoria. E racconta proprio di questo suo gesto assoluto -l’uccisione di un bambino ancora non nato- davanti a Gesù e ai suoi apostoli: ma se l’aborto rimane centro di gravità emotiva del monologo, durante l’ora scarsa accompagnata dalla musica composta ed eseguita da Gianfranco De Franco, la storia gira intorno al suo prima e al suo dopo, perché senza metterlo in connessione con i suoi “protagonisti” e quindi ai corpi, alle storie, alle vite e alle emozioni non avrebbe senso neanche raccontarlo.
Vittoria, attraverso i testi di La Ruina, misura uomini e donne, viviseziona il loro rapporto emozionale e fisico, ne rintraccia umanità e brutture: e allora il racconto si allarga ad un’umanità brillocca fatta di vite al margine, di ribellione ad un destino che non si vuole già scritto e segnato, di possibilità nuove e più luminose che si aprono per un futuro che si cerca più limpido e meno doloroso, più consapevole e semplicemente migliore.
La Borto fa il paio con Dissonorata, due testi scritti e interpretati dal fondatore di Scena Verticale (insieme a Dario De Luca) e illuminati da una grazia inconsueta, fatta di gesti e misure, che restituisce tutta l’intensità e la meravigliosa complessità dell’essere umano.
Valentina Arichetta