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Antonio Ligabue a Samarcanda, Lamezia…

5 min di lettura

Abbiamo incontrato Michela Cimmino, referente culturale dell’associazione Samarcanda, in occasione dei preparativi per l’esposizione sul pittore Antonio Ligabue, che avverrà a Lamezia il 10, 11 e 12 aprile…

Gianlorenzo Franzì: Cominciamo spiegando ai nostri lettori cos’è Samarcanda…

Michela Cimmino: Lo scopo della nostra associazione, del nostro centro culturale “Samarcanda” è quello di promuovere l’arte e la cultura, per fare in modo che specialmente in questo preciso momento storico della città, così difficile, emergano gli aspetti positivi di Lamezia, espressi dalla gran parte dei cittadini. Per cui, andiamo avanti con una serie di eventi: dalla presentazione di libri, a corsi specialistici di approfondimento anche con l’aiuto e il sostegno di intellettuali del nostro territorio. Vogliamo fortemente portare avanti le cose che la città esprime, da un punto di vista soprattutto artistico.

GF: E arriviamo perciò ad oggi…

MC: Si. capitano poi degli incontri fortuiti, quasi delle congiunzioni astrali favorevoli!: in questo caso con la famiglia Caleffi, della città di Gualtieri. Che sono i figli di alcune persone che proprio a Gualtieri in passato ebbero molti contatti diretti con Antonio Ligabue. Da questa testimonianza diretta che loro hanno avuto, nasce da parte loro l’esigenza di fondare il Museo Ligabue. Ci incontriamo in una mostra a Cosenza, organizzata da un altro amico di un’associazione, il dott. Toscano, in quella che è stata il primo contatto fra Ligabue e la Calabria; e ci innamoriamo di questo modo inedito di organizzare una mostra: non più un’esposizione asettica, sicuramente straordinaria nel momento in cui incontri gli occhi del protagonista di un quadro, di un paesaggio, di un ritratto – ma anche e soprattutto la circostanza di avere “di prima mano”, per così dire, le testimonianze, le parole, le emozioni e quindi l’incontro con l’Uomo Ligabue, quest’uomo così sofferente, addolorato, lacerato, che rappresenta un po’ la crisi esistenziale del Novecento.

Sicuramente, in un modo ai limiti, di quell’equilibrio che ognuno di noi cerca di trovare e che lui riesce a trovare solo declinando in questa sua arte straordinaria, che per quanto venga inserita tecnicamente nel Naif, è forse più appartenente all’Espressionismo. Mi auguro perciò con tutto il cuore di riuscire a trasmettere l’aspetto più emotivo, che deriva dall’incontro non solo col genio (attraverso i segnali che avremo, piccoli segnali per quello che come associazione privata siamo riusciti ad ottenere), ma soprattutto con l’essere umano.GF: Quanto è stato difficile, materialmente, arrivare ad esporre Ligabue a Lamezia Terme?

MC: Molto, abbiamo anche cercato di trovare degli sponsor, e probabilmente avremo vicino alcune realtà del territorio…  perché è stata soprattutto una grande sfida per noi. Anche economica, aspetto da non sottovalutare nell’organizzazione: una sfida non indifferente, se affrontata solo con le proprie forze. E in questo senso, ringrazio tutti coloro che in un modo o nell’altro ci hanno aiutato e ci aiuteremo, aprendo un inciso: a Lamezia è sempre più importante fare rete, specialmente in questo delicato momento storico. Tutti lo dicono, in pochissimo lo fanno: perché purtroppo nessuno accetta di partecipare a qualcosa, ad un evento, se non come protagonista principale. A discapito della cultura e della sua diffusione.  

GF: Come si svilupperà l’evento?

MC: In tre giornate: in cui metteremo al primo posto l’incontro ravvicinato con i giovani di Lamezia. Abbiamo già provveduto a dare comunicazione alle scuole superiori, perché ogni discorso culturale e artistico può continuare solo se ci sono loro.

GF: Io ho notato, facendo il cinema e la critica cinematografica nelle scuole, che i ragazzi appaiono distratti, svogliati: ma sicuramente perché anche quelli più predisposti, più interessati a certe declinazioni artistiche e culturali, non hanno un supporto, un aiuto, qualcuno che li guidi alla scoperta del bello dell’Arte in tutte le sue forme. Lei, prima come insegnante, adesso come Referente Culturale dell’Associazione Samarcanda, sta facendo molto in questo senso…

MC: Si, perché è una mia passione, quasi uno scopo di vita. E mi sono ritrovata in questo senso con il presidente dell’associazione, l’amica Manuelita Iacopetta. Ora abbiamo ovviamente incanalato tutti i nostri sforzi in questo evento: che sarà il 10, 11 e 12 aprile. Il 9 arriverà la famiglia Caleffi, che ospiteremo noi, che porterà la voce di Toni (come lo chiamano a Reggio Emilia) attraverso le opere -che viaggeranno con loro.

GF: Come si articolerà il percorso?

MC: Prima di tutto proietteremo ai ragazzi delle scuole lo splendido sceneggiato Rai, “Ligabue” del 1977, diretto da Salvatore Nocita, con uno straordinario Flavio Bucci ad interpretare il pittore. I matinèe saranno presso il TIP Teatro di Dario Natale, stiamo ancora prendendo le prenotazioni (chiunque sia interessato può contattare proprio il TIP su facebook o telefonicamente).

GF: Per caso, proprio in questi giorni stanno girando un nuovo film su Antonio Ligabue, questa volta con Elio Germano nei panni del protagonista (dopo aver vestito i panni di un altro genio, Giacomo Leopardi, nel film di Mario Martone)…

MC: Si! abbiamo un po’ precorso questo momento di attenzione nei confronti di Ligabue: voglio sottolineare come questa sia la seconda presenza in assoluto di Ligabue in Calabria, dopo la mostra a Cosenza di cui parlavo prima.

GF: Prima di concedere l’esposizione, è stata fatta qualche richiesta particolare?

MC: Assolutamente si. abbiamo dovuto dichiarare nella polizza assicurativa tutto quello che sarà il percorso del quadro (noi esporremo un suo autoritratto e due punte secche, cedute dal nostro amico Toscano), che partirà con una macchina e viaggerà in aereo con la famiglia Caleffi. Avremo poi anche alcuni suoi indumenti intimi, i suoi travestimenti notturni: lui di notte vestiva da donna, indossava delle sottovesti splendide, rosa, con merletti, si guardava allo specchio imitando la voce degli animali. Era per lui l’unico incontro possibile con la sua poetica tragica, di questa sua vita tipica del suo periodo che dal punto di vista filosofico giunge all’esistenzialismo.

Lui rappresenta la malinconia dei romantici, lo spleen, fino al mal di vivere, alle “mani sporche” di Sartre. È tutta un’espressione che si declina nell’artista Ligabue e che sublima in quell’arte così colorata: basta vedere le piume dei tacchini, i colori della tigre, i colori che lui stesso indossava la notte e nei suoi autoritratti che fanno a pugni con il grigiore della sua vita da folle. Anche se è stata proprio la follia a salvarlo…

GF: Quindi l’appuntamento è per il 10, 11 e 12 aprile presso l’Associazione Samarcanda, in Via Ubaldo De Medici: la mattina con i ragazzi, che avranno modo di ascoltare direttamente le testimonianze a voce dei nostri ospiti (Gilda e Giuseppe Caleffi), che racconteranno le storie appartenenti alla parte più intima dell’uomo introiettato, prima che dell’artista; e poi con tutti coloro che vorranno visitare questa mostra straordinaria, unica sicuramente a Lamezia Terme.

lameziaterme.it offrirà una diretta in esclusiva dell’evento.

Di seguito, un rarissimo filmato con un’intervista a Ligabue del 1962.

 

 

 

 

 

 

GianLorenzo Franzì

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