Anziani: in Italia il 19% degli over 65 è a rischio fragilità
4 min di letturaÈ quanto emerge dalla sorveglianza di popolazione PASSI d’Argento 2016/18 che fornisce una misura in ambito epidemiologico della fragilità fra gli ultra 65enni, misurata sulla perdita di autonomia nello svolgimento di alcune attività strumentali della vita quotidiana
Il 19% degli anziani in Italia è a rischio di fragilità, una condizione che si aggrava con l’età, riguarda nello specifico il 12% dei 65-74enni e il 30% fra gli ultra 85enni, è fortemente associata allo svantaggio socio-economico (sale al 28% fra le persone con molte difficoltà economiche e al 24% fra le persone con bassa istruzione) e disegna un chiaro gradiente geografico Nord-Sud (13% nel Nord vs 24% nel Sud Isole).
Con la finalità di fornire un contributo alla prevenzione e al contrasto di questo fenomeno, l’Istituto Superiore di Sanità ha sviluppato una APP rivolta agli operatori socio-sanitari allo scopo di identificare gli anziani a maggior rischio di fragilità a causa del loro scarso livello di attività fisica e poterli indirizzare verso percorsi di attività fisica idonei alle loro condizioni.
Questa novità tecnologica, insieme ai risultati del progetto in cui è stata sperimentata, vengono presentati oggi 4 febbraio 2020 nel corso del convegno “Prevenzione e contrasto della fragilità nell’ anziano”.
Nel contesto di un paese come il nostro, tra i più longevi in Europa e nel mondo, l’invecchiamento della popolazione è al tempo stesso un trionfo e una sfida per la società. “Se da una parte l’allungamento della vita media è il risultato di continui e importanti traguardi in campo diagnostico e terapeutico, dall’ altra l’aumento della proporzione di anziani, che diventano gli utenti principali delle risorse sanitarie, impone un’attenzione crescente alla promozione di un invecchiamento sano e attivo e all’ ottimizzazione delle opportunità di salute, di accesso equo alla prevenzione e alle cure”, afferma la Dott.ssa Benedetta Contoli dell’ ISS, responsabile scientifica del progetto CCM “Supporto e valorizzazione della Joint Action “Frailty Prevention” attraverso la promozione dell’attività fisica degli ultra 64enni, finanziato dal Ministero della Salute.
“Pertanto – va avanti la ricercatrice – avere la possibilità di identificare in termini epidemiologici quella parte di popolazione anziana più vulnerabile o a rischio di fragilità diventa cruciale per programmare, sia a livello centrale che locale, politiche mirate ed efficaci che rendano reversibile questa condizione di rischio o ne rallentino la progressione verso la disabilità. E poiché la sedentarietà è uno dei maggiori fattori predittivi della fragilità, come confermano anche i dati della sorveglianza PASSI d’Argento, la prevenzione e il contrasto della fragilità nell’ anziano passa anche attraverso la lotta alla sedentarietà e la promozione dell’attività fisica e del movimento”.
La APP si basa sul questionario “Physical Activity Scale for the Elderly” (PASE), validato a livello internazionale per “misurare” l’attività fisica praticata dagli ultra 65enni e utilizzato anche in PASSI d’Argento, ed è stata impiegata in alcune realtà regionali come strumento di “screening” di comunità per individuare gli anziani a rischio di fragilità da indirizzare a percorsi di promozione dell’attività fisica.
La valutazione da parte degli operatori che hanno utilizzato lo strumento è stata molto positiva ed è prevista la diffusione della APP in tutte le regioni tra gli operatori sanitari, al termine del progetto. Gli ultra 65enni arruolati nel progetto e inseriti in programmi di promozione all’ attività fisica sono stati seguiti nel tempo: la compliance allo studio è stata alta, la percezione dello stato di salute e benessere e i sintomi di depressione misurati all’ inizio e al termine dello studio sono migliorati significativamente.
La “fragilità”
La sorveglianza PASSI d’Argento fornisce una misura della fragilità, in linea con il paradigma bio-psico-sociale, basata sulla capacità della persona ultra 65enne di mantenere o meno piena autonomia nello svolgimento delle attività strumentali e/o fondamentali della vita quotidiana e definisce anziano fragile la persona autonoma in tutte le attività fondamentali della vita quotidiana (ADL – mangiare, vestirsi, lavarsi, spostarsi da una stanza all’ altra, essere continenti, usare i servizi per fare i propri bisogni) ma non autonoma nello svolgimento di due o più attività strumentali (IADL – preparare i pasti, effettuare lavori domestici, fare la spesa, assumere farmaci, fare il bucato, utilizzare i mezzi di trasporto, gestirsi economicamente, utilizzare il telefono).