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Armonie d’Arte Festival. Vittorio Grigolo, la voce che seduce

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Borgia, 13 agosto 2022, Parco Archeologico Scolacium. In scena, per la XXII edizione di Armonie d’Arte Festival con la direzione artistica di Chiara Giordano, E (pur) lucean le stelle con il tenore Vittorio Grigolo accompagnato dal Marco Boemi al pianoforte e la partecipazione di Silvia Colombini, soprano d’arti.

Lo spettacolo si connette pienamente alla declinazione 2022 del macro tema del Festival Nuove rotte mediterranee: Transiti in cui il concetto di “transiti” non indica solo una traiettoria geografica o materiale. In questo lavoro il repertorio classico lirico e le vocalità ad esso connesse “transitano” sempre più spesso verso repertori più contemporanei o pop al fine di intercettare un pubblico sempre più vasto ed eterogeneo sperimentando nuove modalità creative e performative.

Durante la presentazione, la direttrice artistica Chiara Giordano rivolge un doveroso omaggio alla figura del grande Piero Angela appena scomparso e ribadisce l’importanza dell’arte e della cultura invitando tutti a guardare al futuro per costruirlo insieme perché “La Calabria non è una terra né marginale né periferica e lo dimostrano i tanti artisti internazionali che, negli anni, sono stati ospiti del Festival e che hanno contribuito a diffondere una nuova immagine della nostra regione”. Una “Calabria straordinaria” come recita il nuovo claim istituzionale.

E straordinaria, piena di magia e di seduzione è stata la serata nel suggestivo scenario del Parco Archeologico Scolacium, con un Vittorio Grigolo in particolare stato di grazia. Tenore di fama internazionale ma anche showman ed entertainer brillante, generoso ed empatico che ha saputo regalare emozioni e sorrisi inframezzando il suo ricco repertorio con aneddoti gustosi e ricordi personali.

Accompagnato dal Marco Boemi al pianoforte che lo introduce sulla trionfale striscia sonora di Also Sprach Zarathustra di Richard Strauss, la voce di Grigolo si rivela subito calda, limpida e potente in Cielito lindo, canzone della musica popolare messicana, composta nel 1882 da Quirino Mendoza y Cortés per poi virare verso la vocalità elegante e sicura ma resa vibrante da una tenue corda larmoyante ne L’aurora di bianco vestita da “La mattinata” di Leoncavallo. Pathos ed espressionismo lacerante in delicatissima dosatura di incredulità e speranza caratterizzano Una furtiva lagrima da “L’elisir d’amore” di Gaetano Donizetti. Poi un classico della canzone partenopea ’A vucchella di Francesco Paolo Tosti che Grigolo sa colorare di verve e di fremiti adolescenziali. Ancora la potenza della voce in Granada del compositore messicano Agustín Lara e poi la superba interpretazione dell’aria E lucevan le stelle dalla “Tosca” di Giacomo Puccini che nella lucentezza del timbro riverbera palpiti lunari in una razionale e interiorizzata contemplazione del dolore che compendia la profondità drammatica dell’intera opera. E per finire, nel ricordo dello zio paterno Emo Grigolo, un altro classico napoletano, ‘O sole mio, impreziosito da una vertiginosa coloritura fino a un pianissimo, nel sottofinale, che rende quasi tattile l’atmosfera notturna en plein air per poi esplodere in un acuto che buca il cielo.

Magnifica anche la presenza del soprano d’arti Silvia Colombini per fascino, eleganza, teatralità e virtuosismo vocale. Silvia Colombini suona il violino e canta in diverse lingue, regalando raffinate melodie quali Lonely  moons e una vivace e spumeggiante interpretazione dell’Orgia di Rossini.

Di perfezione vocale e stilistica i duetti: sentimento amoroso, smarrimento dei sensi e della ragione, languore, ironia in quello tra Adina e Nemorino da “L’elisir d’amore” di Gaetano Donizetti; follia e joie de vivre in Libiamo ne’ lieti calici da “La Traviata” di Giuseppe Verdi.

Magistrale l’accompagnamento del Marco Boemi che regala una brillante esecuzione di Petit caprice (style Offenbach) di Rossini, parodia nella quale Rossini si prende gioco del compositore tedesco, burlandosi soprattutto della sua fama di iettatore.

Bis di Grigolo con ‘O surdato ‘nnammurato intercalato da un recitativo e doppiato dalla tessitura vocale di Silvia Colombini e la sempreverde Nel blu dipinto di blu del Mimmo nazionale.

Applausi a scena aperta e standing ovation finale di un pubblico rapito dalla bellezza stupefatta e assorta del miracolo canoro e melodico inteso come forza emozionale e sensitiva.

Giovanna Villella

[ph Antonio Renda. Courtesy Armonie d’Arte Festival]

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