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Arriva al cinema “Il vuoto” del regista catanzarese Giovanni Carpanzano

4 min di lettura

Prodotto da Indaco Film: “Una storia LGBTQ+ autobiografica che si rivela la celebrazione dell’amore universale”

Dopo il David di Donatello vinto nel 2018 con il cortometraggio “Bismillah” del regista Alessandro Grande e nel 2020 con “Inverno” di Giulio Mastromauro, ma anche i riconoscimenti ottenuti da “L’afide e la formica” con Giuseppe Fiorello protagonista per la regia di Mario Vitale, percorrendo sempre il file rouge dell’impegno sociale, arriva una nuova opera cinematografica firmata Indaco Film, casa di produzione capitanata dal catanzarese Luca Marino.

Si tratta de “Il vuoto”, lungometraggio del regista catanzarese Giovanni Carpanzano, tra l’altro docente presso l’Accademia di Belle Arti di Catanzaro, che debutta sul grande schermo con una storia autobiografica, grazie al sostegno della Fondazione Calabria Film Commission e del Ministero della Cultura e Regione Lazio – Fondo per l’audiovisivo, alla collaborazione con l’Accademia delle Belle Arti di Catanzaro e Ciakalabria e al supporto di Planet Multimedia.

«Durante una lezione, spiegando ai miei alunni quanto il cinema fosse più emotivo del teatro, attraverso l’esempio di una storia d’amore omosessuale contrastato mostrai loro come fosse importante partire da una storia intima, vissuta in prima persona. In quel momento, mi sono reso conto che la mia storia personale poteva rappresentare un ottimo soggetto da sviluppare per affacciarmi al mondo del cinema» così Carpanzano, impegnato nella drammaturgia contemporanea soprattutto in ambito teatrale, rintraccia in questo episodio la genesi de “Il vuoto”, di cui, venerdì 6 ottobre, è prevista la prima proiezione nazionale al Teatro Comunale di Catanzaro.

Protagonisti sono Giorgio e Marco, ventenni provenienti da due contesti sociali differenti – uno è figlio di un avvocato affermato, l’altro di un agricoltore -, che, per difendere il proprio amore, condividono una lotta di emancipazione nonché il desiderio bruciante di emergere e trovare il proprio posto nel mondo. Attraverso un viaggio nella loro dimensione interiore, si indaga il dramma di vivere un amore impossibile destinato a soccombere in una società avvelenata dal pregiudizio e dall’inaridimento emotivo.

«È un racconto autobiografico che esplora il labile confine tra libertà e autodistruzione, ma, oltrepassando la differenza di genere, si rivela una storia universale in cui chiunque vive un amore contrastato si può identificare. Già durante la fase di scrittura, i confini autobiografici si sono dissolti e la storia è diventata di tutti» spiega il giovane regista, sin da subito sostenuto da Marino, attento alle tematiche sociali, come appunto l’integrazione e i diritti della comunità LGBTQ+, nelle opere prodotte dalla sua Indaco Film.

«Credo fortemente che il cinema rappresenti un importante strumento per sensibilizzare e veicolare messaggi sociali e visioni della realtà, offrendo un’occasione non solo di evasione, ma anche di riflessione» dichiara il produttore soffermandosi sull’attenzione che ripone nei confronti del territorio calabrese.

A fare da sfondo a “Il vuoto”, aggiudicatosi già il premio miglior film LGBTQ+ al Ponza Film Award, è infatti la bellezza paesaggistica di Tropea, Vibo Valentia e Catanzaro, alle cui amministrazioni comunali volge i suoi ringraziamenti per la disponibilità e il supporto logistico e tecnico.

Altrettanto calabrese è anche il cast artistico, in cui spiccano i due giovani talenti Gianluca Galati e Kevin De Sole, affiancati dagli attori Costantino Comito, Mariana Lancellotti, Maddalena Ascione, Paolo Mauro, Antonio di Turi, Raffaele Carbone e dalle più note Valentina Persia e Paola Lavini.

«Ci tengo a realizzare ogni fase dei nostri film in Calabria, coinvolgendo giovani promesse e maestranze locali. Ogni nostro film rappresenta la vittoria della scommessa sulle potenzialità della nostra terra in cui si può fare cinema volgendo lo sguardo all’emancipazione» chiosa Marino annunciando con Carpanzano – che insieme al marito e al piccolo Enea rappresenta un esempio di famiglia omogenitoriale felice in una regione spesso definita conservatrice – un calendario fitto di proiezioni con l’intervento in sala del regista e di alcuni attori nelle principali città italiane, tra cui Cosenza, Reggio Calabria, Catania, Foggia, Cesena, Pisa, Sassari, Roma, Firenze, Milano e Torino. Una programmazione in continuo aggiornamento che, nel mese di novembre, prevede anche incontri di cinedibattito sul tema LGBTQ+ con gli studenti delle scuole superiori. Dando prova che il cinema può aiutare a consolidare una società basata su eguaglianza e inclusività, distante da stigma e discriminazione.

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