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L’associazione Le Città Visibili in visita a San Giorgio Morgeto

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L'associazione Le Città Visibili in visita a San Giorgio Morgeto

L’associazione Le Città Visibili si sposta nel reggino a San Giorgio Morgeto, dove ci aspetta la nostra guida Domenico Guarna, storico e guida ambientale escursionistica di grande spessore culturale.

Ci conduce, dosando notizie di storia locale, curiosità e tradizione, tra vicoli e affacci, rendendoci leggera persino la salita verso il castello.

Il paese è di origine antichissima e alla sua storia è legato il nome dell’Italia; addirittura già ne scriveva, nel I secolo a.C., lo storico greco Dionigi di Alicarnasso.

Lo si fa risalire all’opera di re Morgete, successore del mitico Italo.

La Calabria, inoltre, ha sempre guardato all’Oriente e nel X secolo i monaci basiliani vi giunsero, costruendo un monastero dedicato a San Giorgio di Cappadocia e una Chiesa consacrata a Santa Maria dell’Odigitria e divenendo punto di riferimento importante per le varie popolazioni che abitavano la zona.

Riguardo al nome, sempre intorno al Mille, quello di San Giorgio, pare derivi dal martire cristiano ritenuto dai cittadini l’autore di un miracoloso allontanamento del pericolo saraceno Il paese sorge su uno sperone di roccia dominato dal Castello, quasi distrutto dal sisma nel 1783 che danneggiò tutto l’abitato e il convento domenicano, conosciuto anche per aver ospitato il filosofo Tommaso Campanella.

Domenico ci indica i numerosi palazzi signorili: la storia del paese è segnata dalla convivenza di potenti signorie che controllavano da quassù i propri poderi e i territori nelle vallate e tutt’intorno; molteplici sono le cappelle costruite o all’interno o all’esterno dei palazzi stessi, come la Chiesa di S. Antonio, che visitiamo, appartenente ad una famiglia aristocratica, Ammendolea Florimo, che abitava il palazzo di fronte.

I palazzi sono imponenti e inglobano veri e propri pezzi di paese, assumendo forme importanti; Domenico ce li indica facendone notare i particolari, come i portali bugnati settecenteschi che sottolineavano la potenza di queste famiglie.

Mentre camminiamo, ecco il passetto del Re, un vicoletto di appena 40 cm via di fuga dal Castello per il Re Morgete in caso di assalto alla sua fortezza.

Si unisce a noi la Presidente della Pro Loco Morgetia, Giuseppina Ierace, che ci racconta le storie di alcune chiese e chiesette, come l’Annunziata e la chiesa dell’Assunta, che testimoniano il grande fervore religioso di San Giorgio Morgeto; visitiamo, poi, la Chiesetta del Carmine, annessa al Palazzo Ambesi, in cui ammiriamo una pregiata tela, le colonne con capitelli in stile barocco e la statua di Santa Filomena. Infine, ci rechiamo alla “Porta del Parco”, che ospita arte e artigianato del popolo dei morgeti, tra cui una ricostruzione in miniatura del Castello, che sarà la nostra tappa successiva.

Il Castello, posto su una strategia altura, in cima al borgo, rappresenta uno straordinario esempio di architettura difensiva normanno-sveva in Calabria. Si erge in posizione dominante, su un paesaggio invidiabile che abbraccia i due mari, baluardo difensivo di grande importanza. Ha subito numerosi rimaneggiamenti, tra il XIV e il XVI secolo, mentre, dopo il catastrofico terremoto del 1783, venne quasi abbandonato.

Oggi, fortunatamente, è stato valorizzato come merita, divenendo luogo d’incontro per eventi, mostre e convegni, concerti e manifestazioni culturali. Del Castello si può ancora ammirare la Torre Mastio, di forma quadrangolare, a due livelli coperti con volte a botte, a cui si accede dalla parte superiore affrontando una salita; giunti là, Domenico ci fa notare una serie di dettagli, i basamenti delle torri, la Cisterna e, infine, la suggestiva visuale della piana da cui scorgiamo la Sicilia, le Eolie e lo Stretto in tutto il suo fascino.

Con lo sguardo ancora pieno di meraviglia, salutiamo col tramonto un altro scorcio della nostra meravigliosa Calabria.

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