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Sanità. Associazioni: urgente revisione riduzione di funzioni e attività del servizio trasfusionale

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La riduzione di funzioni e attività del Servizio Trasfusionale del nostro ospedale e le conseguenti gravi ricadute sull’assistenza ordinaria e sull’emergenza-urgenza sono tornate prepotentemente alla ribalta

Comunicato Stampa

Ma è bene che nessuno di quelli che si sono appena svegliati dal letargo dimentichi da dove e da chi tutto è iniziato e come, nonostante da circa dieci anni le nostre associazioni abbiano provato periodicamente a martellare la politica ed i vari Commissari al Piano di Rientro sanitario contro un esito ampiamente previsto e programmato, certe decisioni in danno del nostro nosocomio siano state pervicacemente e scientemente portate avanti.

Non possiamo che apprezzare l’intervento del consigliere regionale Francesco Pitaro contro la riduzione a 6 ore giornaliere della piena funzionalità del nostro Servizio Trasfusionale, ma gli chiediamo di fare un passo in più.

Quest’esito è stato pensato ed avviato quando si è deciso e programmato di collocare al Pugliese, perché “baricentrico”, il Servizio unico di analisi diagnostiche del sangue donato. Peraltro questo consentiva anche di avviare il bel business del trasporto su e giù per la Calabria del sangue raccolto dai donatori e poi del sangue lavorato verso i vari presidi ospedalieri.

Si arriva così al DPGR n. 58 del 26.06.2014 emanato da Scopelliti, che introduce la riduzione a sei ore dell’attività del nostro servizio trasfusionale e che porta anche la firma tecnica della dottoressa Liliana Rizzo, la quale guarda caso è poi diventata ed è responsabile del Centro Regionale Sangue.

Ecco, allora, cosa chiediamo al Consigliere Pitaro.

Innanzitutto di farsi promotore in Consiglio Regionale di una urgente proposta di revisione delle disposizioni del DPGR n. 58/2014.

Di chiedere alla dottoressa Rizzo spiegazioni sul perché quando controfirmò quel DPGR non tenne conto delle pericolose conseguenze che il ridimensionamento di funzioni dei Servizi Trasfusionali di Lamezia e di altri nosocomi avrebbe potuto provocare, come è successo con la morte di una paziente a Castrovillari.

Di farsi spiegare dalla stessa dottoressa Rizzo perché si è proceduto a questo ridimensionamento di funzioni senza predisporre ed approvare il basilare ed indispensabile sistema di trasporto delle unità di sangue e perché tuttora il trasporto avviene senza che sia stata indetta una doverosa gara, come peraltro segnalato e sollecitato anche da parte dei tavoli ministeriali.

Infine di farsi fornire e confrontare tra loro le piante organiche attuali del servizio trasfusionale di Catanzaro e di quello di Lamezia, nonché l’ammontare delle risorse economiche che dal 2015 ad ora sono state impegnate e continuano ad essere spese nei rispettivi servizi trasfusionali e quindi nei rispettivi territori. Follow the money dicono gli inglesi.

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