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Attivisti M5S: situazione PS Lamezia risultato di precise scelte politico-sanitarie

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Il Pronto Soccorso che scoppia, il 118 senza medici e mezzi e, sopra tutto questo, il nostro Ospedale in avanzato stato di desertificazione di reparti e servizi, tutto ciò infausto non è una maledizione del cielo, ma il perverso risultato di precise scelte politico-sanitarie

Comunicato Stampa

Da Scopelliti ad Occhiuto, passando per tutti, ma proprio tutti, i Commissari al Piano di rientro della sanità calabrese, è stato finora perseguito un unico e nefando programma di accentramento dei servizi sanitari, sia ospedalieri che territoriali, nei cosiddetti Hub di Catanzaro, Cosenza e Reggio (con qualche briciola a Crotone e Vibo) e di abbandono al loro destino di progressivo smantellamento di tutte le loro periferie: Lamezia e Soverato, Cetraro e Corigliano, Locri e Palmi e via elencando.

Tutto questo, nonostante l’emergenza Covid abbia ampiamente e drammaticamente dimostrato la indispensabilità dei presidi sanitari decentrati.

Lamezia ha avuto nel recente passato qualche dignitoso sprazzo di reazione come le circa 25.000 firme raccolte sotto la petizione popolare per salvare l’Ospedale, la grande manifestazione di popolo conclusasi dinanzi al nostro nosocomio, la legge di inserimento dell’Ospedale nell’azienda unica Dulbecco (poi cancellata nottetempo dal Consiglio Regionale presieduto da Tallini), ma la mobilitazione popolare in queste cose non basta, c’è sempre bisogno dell’intervento della politica, a partire da quello dei Sindaci, che, per chi come il nostro se lo fosse dimenticato e per come è ampiamente dimostrato dall’attivismo in materia di tutti i Sindaci di Catanzaro di qualsiasi colore politico, è la prima autorità sanitaria del Comune.

E ci sarebbe bisogno di costruire su questo tema un’unità d’intenti che vada dall’estrema sinistra all’estrema destra, dai No Vax ai No War, dalle associazioni culturali a quelle sportive. Ce lo insegna quanto è sempre successo in proposito a Catanzaro, Cosenza, Reggio.

Tutte le rappresentanze istituzionali e politiche di Catanzaro hanno infatti perseguito unite e raggiunto l’obbiettivo dell’Azienda Dulbecco di 800 posti letto. Tutte quelle di Cosenza hanno ottenuto unite la seconda Facoltà di Medicina. E tutte quelle di Reggio hanno ottenuto unite il Centro Cuore.

Noi lametini dovremmo a questo punto capire che difendere singoli “pezzi” della nostra sanità non ci porta da nessuna parte, ci sarà sempre una nuova emergenza, perché siamo destinati ad esser bacino d’utenza degli 800 posti letto dell’Azienda Dulbecco, che senza i nostri pazienti non riuscirebbe a sopravvivere né funzionalmente, né economicamente.

Per assicurare la sopravvivenza del nostro Ospedale dobbiamo ottenere di fargli assegnare un ruolo di ampiezza regionale e battere i pugni sui tavoli che contano per avere i servizi necessari a garantire la salute dei cittadini e (come a Catanzaro hanno da tempo ben capito) anche una bella porzione dell’economia cittadina.

Servirebbero quindi un un’amministrazione comunale e un primo cittadino capaci e con gli attributi, ma finora non se ne è vista nemmeno l’ombra. E dunque non ci resta al momento che ripetere: caro Sindaco Mascaro, ci dica, è questa la sua “Lamezia promessa”?

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